La tolleranza, nel senso originario del termine viene definita come la mancata repressione di opinioni ritenute false o di comportamenti sbagliati. Essa indica un atteggiamento o uno stato d’animo per il quale si ammette che gli altri professino differenti principi religiosi, etici e politici. Analizzando l’etimologia della parola si nota che essa ha una connotazione piuttosto negativa. Infatti il sostantivo “tolleranza” deriva dal verbo “tollere”(togliere), nel suo senso primitivo dato da Tommaso d’Aquino di “portare” o “sopportare”. Originariamente la sopportazione consisteva soprattutto nella non persecuzione delle confessioni religiose differenti dal Cristianesimo, in quanto non era possibile convertire tutti. Dilatando l’area semantica “tollerare” significa portare il peso della difficoltà di colui che si sente e si dichiara diverso dalla maggioranza. Nonostante, quindi, l’originaria definizione essenzialmente negativa di tolleranza, tuttavia, si riconosce a questa un’accezione positiva: la tolleranza infatti permette che esista una pluralità di posizioni e quindi di opinioni in tutti i campi dove essa sia esercitata. Contribuisce perciò alla ricerca della verità, alla quale si rapporta in modo dialettico. Essa è garanzia della libertà di espressione, di stampa e di opinione, principali forme di libertà che vennero concepite nell’Illuminismo. A questo proposito è famosa la massima di Voltaire, il quale afferma” <<non condivido quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dire quelle cose>>.
Nella tolleranza ciascuno si mette a rischio. La posta in gioco è l'identità personale o identità nazionale nel caso di consistenti flussi migratori. Confutare le certezze è fondamentale per fortificarle. Nella seconda metà del Novecento, è nata l'Europa,un unione di più paesi che hanno stretto dei patti economici e politici. Essa è frutto di accordi tra vari grandi potenze che cercano di controllarsi reciprocamente in modo da garantire la pace. Questa organizzazione ha avuto ripercussioni soprattutto sulla sfera sociale. Appartenere all'Unione europea significa, in primis, poter circolare liberamente, in tal modo L'Europa della massima intolleranza ha dovuto improvvisamente diventar tollerante verso culture differenti. I cittadini, in prima istanza, hanno dovuto confrontarsi con altri cittadini europei, successivamente anche con extracomunitari. Proprio l'integrazione di questi ultimi risulta spesso difficile a causa della lingua, delle tradizioni, etc. Nel momento in cui uno straniero entra in paese, si stabilisce una sorta di contratto di tolleranza. " Voi, venite, noi vi tolleriamo, e cerchiamo di cambiare in certa misura le nostre usanze per vivere con voi" E' legittimo chiedersi, allora, quale è la linea di demarcazione: quanto deve cambiare il paese ospitante? In quale misura devono adattarsi gli ospitati? Il problema è sicuramente complesso. Negli ultimi anni, l'Italia è stata investita da ingenti flussi migratori che hanno profondamente cambiato lo scenario del paese. I recenti fatti di cronaca nera che vedono come protagonisti extracomunitari ha innescato un processo di xenofobia. La popolazione si è sentita tradita per la propria tolleranza e pretende di essere rispettata. Ciò è dovuto anche ad un certo clima di permissivismo e perdonismo dei sistemi giuridici. Soluzioni drastiche possono provocare reazioni violente, sgradevoli ad entrambe le parti. E' neccessario, invece, mediare e dialogare fra le varie culture solo così è possibile raggiungere l'armonia. Tollerare significa sopportare un'idea diversa. Tollerare significa comprendere e apprezzare le differenze. Tollerare significa accettare se stessi. Ognuno è sè e altro.
_________________ L'indifferenza è la peggior malattia dell'UOMO.
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