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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 07 dic 2007, 13:35 
G2 con doppia cittadinanza
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Iscritto il: 28 giu 2007, 22:16
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Località: provincia di Perugia
Affidare l'immigrazione in mani private è un grosso errore; permettere agli individui di controllare i flussi d'immigrazione ed il privato, è universalmente risaputo, mette i propri interessi prima di tutto. Prima dello Stato. Prima della società.

L'immigrazione è un fenomeno che interessa l'intero Stato e ognuno dei suoi cittadini (e anche i non cittadini, molti dei quali non vedono altrettanto di buon occhio flussi e sanatorie indiscriminate), potrei anche dire che interessa il mondo intero perché provoca spostamenti globali di individui e popolazioni; pertanto non può essere affidato all'iniziativa privata; dovrebbero occuparsene tutti ed ogni passaggio dovrebbe restare sotto il controllo dello Stato, tramite i suoi organi decentrati.

Ovviamente è sicuramente migliorativo che l'immigrazione avvenga per via legale piuttosto che mediante canali clandestini che sfuggono da ogni controllo, ma se l'immigrazione "controllata" segue le stesse logiche e tutela gli stessi interessi (privati), spesso dei stessi soggetti, dell'immigrazione clandestina, ciò è a dir poco preoccupante. Credo che neanche gli Stati Uniti - considerati la patria del liberalismo - siano arrivati a tanto.

I flussi sono una manna dal cielo, per coloro che ne conosco la logica. Assieme ad essi girano milioni e milioni di euro. Il decreto flussi fa "girare l'economia" (privata, ed in parte anche quella pubblica italiana) a livello globale. Mazzi di soldi passano di mano in mano, di tasca in tasca, di busta in busta. Da dove escono i soldi? Escono dalle tasche di chi si può permettere un "Permesso di Soggiornoschiavitù" in terra estera; escono da famiglie che s'indebitano chiedendo soldi a parenti, o vendono i loro terreni. Quanto denaro esce? 10, 15, 20 mila euro. E' quanto vale un Permesso di Soggiorno. Quanti anni di schiavitù ci vogliono per ripagare simili cifre? Sarebbe interessante scoprirlo. Nelle tasche di chi entrano le somma sopra elencate? Privati, italiani e stranieri, che i contributi li fanno pagare al futuro (eventuale) lavoratore, ovviamente oltre allo stipendio. Per coloro che hanno una impresa privata i flussi sono un terno al lotto; con un minimo investimento di tempo e risorse si riescono a guadagnare grasse somme. Capita pure che gli aspiranti "regolarizzati" che non possono permettersi di "comprare" un PdS, offrano di lavorare gratis per un anno per il datore di lavoro, accontentandosi soltanto di vitto e l'alloggio.Chiunque, con un reddito (familiare, cumulato) attorno ai 16 mila euro, può fare richiesta per una colf o badante. Il privato (autonomo e autosufficiente) potrebbe anche importare dall'estero schiave sessuali, regolarmente contrattualizzate come "collaboratrici familiari", facendo uso, ad esempio, dell'arma del ricatto ("ti faccio entrare in un paese europeo, ti metto in regola e ti pago uno stipendio, ma per 6-12 mesi sei a mio completo servizio"; è esattamente ciò che sta accadendo in Libano da qualche decina di anni, ne parla eloquentemente un articolo di Le Monde ripreso da Internazionale n. 719). Non voglio dire che ciò accade davvero, ma è verosimilmente possibile.

Con riguardo ancora una volta alle figure di colf e badanti e baby sitter - che hanno goduto di cifre significative negli ultimi decreti flussi e sembrano essere le più ricercate - fare questi lavori non significa soltanto fare un lavoro che la società e il pensiero dominante considerano come poco "bello" e gratificante, ma anche lavorare spesso part-time, spesso in nero, con nessuna garanzia e con stipendi da fame (conseguenza, ad esempio, delle pensioni da fame dei nostri nonni). Con riguardo alla figura professionale della c.d. "assistente familiare" , la Guida Badanti ("Vadevecum per l'assistenza familiare e la collaborazione domestica") dice che:<<Questa nuova professione si caratterizza di elementi specifici e peculiari; le parti coinvolte sono entrambe parti deboli: da un lato c'è la lavoratrice, frequentemente straniera, con un vissuto migratorio spesso sofferto, che sperimenta in Italia le difficoltà che ogni straniero vive nel paese di accoglienza, difficoltà linguistiche e socio-culturali, dall'altro c'è il datore di lavoro che è al contempo l'assistito, l'anziano, colui che necessita delle "cure" della lavoratrice, anch'egli impreparato al delicato e nuovo ruolo che si trova a ricoprire>>. Se lo stato non è in grado di prendersi cura dei suoi cittadini anziani, potrebbe almeno intregrare la loro pensione assieme agli stipendi di colf e badanti, o defiscalizzare gli stessi, e se proprio lo Stato non può far nulla per garantire che gli italiani vivano i loro ultimi anni dignitosamente, legalizzi l'eutanasia e li lasci almeno morire in pace! Così forse anche le assistenti familiari troveranno lavori a condizioni più dignitose.


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