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MessaggioInviato: 24 ott 2007, 15:29 
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Da La Repubblica

L´elaborazione della Fondazione Agnelli sui dati dell´Istat
I figli di immigrati sono un milione "Un patrimonio per il nostro paese"

ROMA - Gli immigrati mettono su famiglia. Più degli italiani, come si sa, e più in fretta di quanto previsto. Le seconde generazioni, vale a dire i bambini e i ragazzi nati qui o arrivati qui da piccoli, avrebbero dovuto varcare la soglia del milione nel 2011. Questo dicevano le previsioni, solo pochi anni fa. Invece, anche se l´Istat non li conta, oggi sono già 900mila, e a gennaio del 2008 toccheranno quota un milione. Ci sono i 400mila bambini- un neonato su tre nelle grandi città è straniero - che sono nati in Italia; i figli delle coppie miste; i ragazzi arrivati dopo le scuole elementari.
Il numero non deve allarmare: «Sono una forza di giovani che altrimenti l´Italia non avrebbe», dicono dalla Fondazione Agnelli che da vari anni dedica uno studio alle seconde generazioni e che ieri ha presentato alla fiera delle Pari Opportunità di Torino, i nuovi dati. La ragione di tanta differenza tra le previsioni di pochi anni fa e il dato di oggi risiede anche nella legge per la regolarizzazione degli immigrati del 2002-2003, che ha garantito a molte famiglie una sicurezza psicologica e materiale che li ha spinti a fare figli, oltre che la possibilità di ricongiungersi con i figli lasciati in patria. «Quelli arrivati qui con i ricongiungimenti sono la parte di
popolazione giovanile più problematica, a cui dobbiamo pensare - spiega Marco Demarie, direttore della Fondazione Agnelli - Soprattutto i ragazzi più grandi, si trovano ad affrontare condizioni di vita difficili. Le
aspettative di questi ragazzi vanno comprese. Il problema infatti nostro non è tanto quello dei bambini, ma di quando tutti questi bambini diventeranno adulti».

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Da ribadire che noi figli di immigrati NON SIAMO UN PROBLEMA ma che le leggi ci creano molti problemi a noi, italiani con il permesso di soggiorno.

Da ribadire che la LEGGE sull'accesso alla cittadinanza VA MODIFICATA.
Così come è necessario almeno allargare il MOTIVO FAMILIARE del permesso di soggiorno anche per dopo i 18 anni (riforma Amato-ferrero).

Ci rifiutiamo inoltre di spiegare solo con letture di tipo PSICOLOGICO (ossia del tipo: il problema è solo dei ragazzi, poverini, quando sono troppi deboli ed esposti possono creare problemi alla società) la realtà italiana modificata grazie alla presenza delle seconde generazioni.

TUTTO quello che riguarda le seconde generazioni riguarda l'INTERA SOCIETA', il modello di società per tutte le nuove generazioni (figli di italiani e figli di immigrati)!

Non sono le seconde generazioni che hanno problemi di integrazione ma è la società che deve elaborare un proprio modello per TUTTI.


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MessaggioInviato: 29 ott 2007, 15:14 
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Questo è più specifico sui dati:

Fondazione Agnelli
Seconde generazioni a quota 1 milione
Nel conto anche i figli di coppie miste. "Sbagliato considerare le loro aspettative sulla base di quelle dei genitori"

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TORINO - All'inizio del prossimo anno in Italia ci saranno un milione di figli di stranieri, nati nel nostro Paese, arrivati qui insieme ai genitori o solo in un secondo momento. È la stima presentata ieri a Torino dalla Fondazione Agnelli nel corso di Melting Box - Fiera internazionale dei diritti e delle pari opportunità per tutti.

I ricercatori, che si sono basati su dati istat e fonti anagrafiche, hanno contato all'inizio del 2007 900mila figli di immigrati, che grazie a ricongiungimenti familiari e nuovi nati sfonderanno quota un milione a gennaio 2008, con tre/quattro anni d'anticipo rispetto alle previsioni. Un'accelerazione (che non manterrà questi ritmi) dovuta principalmente alla grande regolarizzazione del 2002-2003, che ha dato stabilità giuridica, lavorativa e abitativa a numerose famiglie immigrate, e al parallelo rafforzamento dei flussi migratori intra-europei, con l'espansione molto rapida della comunità romena.

Le stime considerano i nati in Italia con almeno un genitore straniero (quindi sono inclusi i figli di coppie miste) - che rappresentano le seconde generazioni in senso stretto - e le cosiddette "generazioni frazionali": la generazione "1,75" (i giovani nati all'estero e arrivati in Italia in eta' prescolare, ovvero 0-5 anni), la generazione "1,5" (i giovani stranieri arrivati in età comprese nella fascia 6-12 anni) e la generazione "1,25" (i giovani stranieri arrivati in età compresa tra i 13 e i 17 anni).

Oggi sono preponderanti i ragazzi che hanno iniziato il proprio percorso di socializzazione e di scolarizzazione nel Paese d'origine e quindi sono esposti difficoltà specifiche, come l'apprendimento dell'italiano, ma con il passare del tempo, crescerà la percentuale di figli di stranieri nati e interamente scolarizzati in Italia le cui aspettative tenderanno ad avvicinarsi sempre più a quelle dei coetanei italiani.

"Le seconde generazioni - osserva Marco Demarie, direttore della Fondazione - sono già oggi una realtà di dimensioni importanti. L'accelerazione della loro crescita ci chiede di accelerare i nostri tempi di reazione nel capire le domande e i problemi che esse ci porranno. Nella scuola e nella vita quotidiana stanno dimostrando voglia di fare e di crescere, di diventare cittadini a pieno titolo e persone realizzate nella vita e nel lavoro".

"Sarebbe un errore - avverte Demarie - considerare le loro aspettative sulla base di quelle dei loro genitori, immigrati di prima generazione. Se vogliamo che da loro vengano energie e risorse preziose per tutta la società italiana, bisogna sapere che ciò non potrà avvenire nella condizione di subalternità che e' stata dei loro padri. E' una sfida che vale la pena accettare, a dispetto dei rischi e della possibilità di conflitti''.

(24 ottobre 2007)



Fonte: Stranieri in Italia


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