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Prato, il 27,3% dei nuovi nati è straniero

Tutti i record della città toscana

PRATO – Spetta a Prato un primato assoluto nel panorama italiano: il 27,3% dei bambini nati nel 2006 sono stranieri, contro una media dell'Italia centrale dell'11,9% e dell'Italia settentrionale (l'area a maggior densità di immigrazione) del 15,9%. I dati sono contenuti nel rapporto Istat presentato in questi giorni sul tema della popolazione straniera residente in Italia.

Sempre Prato presenta anche una delle quote più elevate di giovani stranieri: il 26,1% degli immigrati sono minorenni. Del resto, la provincia toscana registra anche un 10,7% di cittadini stranieri sul totale della popolazione residente: anche questo è un primato (la seconda città in graduatoria, Brescia, si ferma “solo” a quota 10,1%).

A questi dati fornisce un apporto fondamentale la comunità cinese, che solo a Prato in tutta Italia è preponderante rispetto alle altre etnie. "Sono numeri - si legge in una nota diffusa dall'Unione industriale pratese - che danno il senso dell'attrattività di Prato. Un elemento in sé positivo, anche se amplificato a dismisura da una disattenzione verso i fenomeni migratori che ha contribuito in modo determinante a generare le sacche di illegalità presenti sul territorio".

I dati Istat confermano l'analisi già tracciata dall'Unione industriale pratese in uno studio realizzato con Nomisma, che definiva la situazione "senza eguali né sul piano qualitativo né sul piano delle proporzioni qualitative", con "la potenzialità di produrre effetti dirompenti anche in una città storicamente e socialmente ben allenata all'immigrazione e all'integrazione". Un'analisi che approdava alla proposta di fare di Prato un avanzato laboratorio socio-economico sull'immigrazione.

Il capitolo del documento Unione industriale pratese-Nomisma dedicato all'immigrazione puntava poi l'attenzione sulla cosiddetta “governance” (gestione) del fenomeno migratorio, che secondo gli industriali toscani può decidere la sorte del distretto “parallelo” del tessile cinese, portandolo verso l'evoluzione o al contrario il degrado. Una prospettiva che i dati demografici dell'Istat confermano essere di pressante attualità.

Fonte: AGI



(4 October 2007)