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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 26 giu 2007, 17:28 
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Località: Roma
Città Aperte: Genti, Generi, Generazioni
XIII Meeting Internazionale Antirazzista
21-28 luglio 2007 Cecina a Mare (LI)

http://meeting.accoglienzatoscana.it/index.php


Le città sono attraversate oggi, più che in passato, da fenomeni sociali complessi derivanti dalla mobilità interna e internazionale.

Milioni di persone sono alla ricerca di un futuro migliore o di protezione. Gli effetti dell’ingiustizia globale, delle guerre e dei conflitti tra gruppi hanno moltiplicato il numero di uomini e donne che si muovono da un punto all’altro della Terra.

Le città, nel nord come nel sud del mondo, rappresentano la meta privilegiata di queste migrazioni. L’arrivo dei migranti nelle città modifica la fisionomia urbana. Nascono spesso nuove barriere, più o meno visibili, che derivano da differenze, vere o presunte, intorno alle quali si costruiscono nuovi assetti e relazioni sociali.

Riflettere sulle trasformazioni urbane oggi vuol dire affrontare il nodo centrale della società del futuro, del mondo che vorremmo.

Città Aperte o città chiuse?

Aperte significa pensare a città che accolgono, che sono solidali, che hanno ampi spazi di partecipazione, che aspirano all’uguaglianza, all’inclusione, che consentano l’espressione libera delle differenze, che siano sicure per tutte e tutti, costruite sul consenso e la cooperazione.

Chiuse identifica città che creano segregazione, che escludono le minoranze, insicure per tutti, cresciute sul privilegio e l’assenza di regole, sul predominio del forte sul più debole. Città dove ciascuno si chiude in casa e cerca di sopravvivere alle ansie, alle paure quotidiane. Dove è difficile sorridere, essere felici.

Di fronte ad una società che cambia l’Italia deve decidere se imboccare la strada che porta a Città aperte o chiuse.

Le scelte che riguardano i cittadini e le cittadine di origine straniera sono in questo senso fondamentali.

In particolare è importante che nelle nostre città ci siano spazi di partecipazione per giovani ragazzi e ragazze e per le donne dell’immigrazione.

L’esclusione e la discriminazione di milioni di persone non porterà a niente di buono per nessuno, le relazioni tra stranieri e italiani in città chiuse e intrise di paura non potranno che deteriorarsi. Le relazioni sociali stanno degenerando verso l’esclusione, la diffidenza, il sospetto, mettendo a rischio i percorsi che mirano al raggiungimento di inclusione e coesione sociale.

Investire sulle paure degli italiani e delle italiane è una scelta irresponsabile. Ma c’è chi lo ha già fatto in passato e non esiterà a farlo in futuro. Non si esita a condurre crociate in nome della sicurezza, dimenticandoci che dalla coesione sociale potrebbero derivare città più sicure e vivibili.

Cambiamenti urbani e processi di diversificazione delle migrazioni si intrecciano profondamente, e quel che potrebbe costituire un elemento virtuoso del ripensamento della città (nel senso di una nuova apertura alla pluralità dei suoi abitanti, dei loro bisogni e dei loro stili di vita) rischia a volte di essere indicato come l’elemento prevalente della crisi urbana.

Per questo il Meeting Internazionale Antirazzista vuole quest’anno proporre alle amministrazioni pubbliche, alla politica, alla società civile organizzata, al mondo del lavoro e agli studiosi una riflessione, che coinvolga in prima persona i migranti, sul futuro delle nostre città. Il futuro prossimo, non lontano. Quel futuro che ci vede continuamente messi alla prova di fronte a scelte di apertura o chiusura, integrazione o segregazione, partecipazione o subalternità e che necessita una riflessione generale sulle nostre politiche.

Una riflessione sul ruolo delle donne nella emancipazione culturale, sociale e politica dei migranti.

Una riflessione su come declinare il tema della famiglia di fronte ad una società dove le famiglie sono sempre più complesse e sole, senza alcun sostegno. Dove le politiche per le famiglie spesso finiscono per nuocere alle stesse o a impedire ad esse di crescere e consolidarsi con tranquillità.

Vogliamo affrontare questi temi come sempre insieme ad una pluralità di soggetti, pubblici e del privato sociale, locali e internazionali, giovani e meno giovani, del mondo del lavoro e della ricerca, per trovare risposte alle domande che emergono dal territorio, dalle città appunto, che siano il più possibile condivise e partecipate.

Il punto di riferimento dell’edizione 2007 del Meeting Antirazzista sarà la Costituzione repubblicana. Pensiamo infatti che così come nel 1948 è stato possibile dare un volto all’Italia attraverso un patto di cittadinanza condiviso, scritto da chi aveva fatto la resistenza e liberato l’Italia dal nazi fascismo, oggi sia possibile e necessario rinnovare, aggiornare quel patto a partire proprio dagli stessi principi contenuti nella nostra Carta Costituzionale, che hanno una loro modernità e possono continuare a rappresentare la base ideale per un nuovo patto di cittadinanza in una società diversa e pluralista.

_________________
http://afroitaliani.splinder.com


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