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Cittadinanza: la Grecia sorpassa l'Italia
di Ismail Ademi

La nuova normativa sulla cittadinanza in Grecia viaggia su due filoni. Innanzitutto si diminuiscono notevolmente i tempi per poter ottenere la cittadinanza da parte degli immigrati di prima generazione, arrivati già adulti in territorio ellenico. Per questa categoria, bisognerà essere in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (la corrispettiva della vecchia carta di soggiorno in Italia), sostenere la prova di conoscenza della lingua greca, non avere carichi pendenti penali e infine pagare un contributo di 700 € allo stato.
Per quanto riguarda la seconda generazione, i figli degli immigrati nati in Grecia, la legge prevede un percorso diverso. Loro infatti dovrebbero aver frequentato 6 anni di scuola, più o meno la durata di un ciclo scolastico anche in Italia. Per i minorenni, la richiesta di cittadinanza è presentata dal genitore che è regolarmente soggiornante da almeno 5 anni, invece i maggiorenni lo presentano da soli. Il contributo da versare al fisco ellenico è di 100 euro.
Diversa la condizione di chi vi è arrivato da piccolo. Al compimento dei 18 anni, può richiederla se ha tutti i requisiti previsti per gli immigrati di prima generazione. L’unico requisito che lo accomuna con chi è nato in Grecia è il contributo da pagare. 100 euro invece di 700.

Come si può notare il legislatore greco è stato molto ragionevole con i figli di immigrati, cercando di mettere nelle condizioni di accesso alla cittadinanza tutti coloro che si sentono e sono cittadini greci. Per capire la portata del cambiamento di rota su questo argomento, basta sottolineare che la legge precedente in Grecia imponeva 10 anni di permanenza regolare e la richiesta indirizzata al Ministro dell’Interno poteva essere rigettata senza nessuna motivazione. Con la nuova normativa, il prefetto, per conto del governo deve motivare sempre il diniego, mettendo il cittadino nelle condizioni di poter ricorrere e migliorare la sua posizione.

Ma a casa nostra, in Italia, che cosa sta succedendo? Su questo tema la maggioranza di governo non riesce a trovare un punto in comune. L’On. Bertolini, relatrice ufficiale per il PDL del testo sulla cittadinanza, nella seduta del 11 giugno scorso della Commissione Affari Costituzionali ha ritenuto che “in questa fase i cittadini italiani abbiano altre emergenze, pur essendo indubbia l'importanza dell'argomento in discussione”.

Quindi, dopo le audizioni con tutta la società civile, le posizioni comuni sull’assurdità della legge in vigore, soprattutto nei confronti delle seconde generazioni, l’On. Bertolini ritiene che il paese abbia altri problemi e non ne se ne può occupare adesso. Ormai è insostenibile una situazione in cui chi nasce e cresce in questo paese si deve sentire straniero in casa propria. Le associazioni cattoliche e laiche, il terzo settore, tutti i politici di buon senso, sostengono da anni ormai che la normativa sulla cittadinanza va cambiata. Esiste una proposta bipartisan Sarubbi – Granata che fa incontrare posizioni diverse ed offre una buona base di partenza. Nonostante i problemi strutturali travolgenti, la Grecia ha trovato il tempo per poter mettere mano su un tema che condizionerà il suo sviluppo futuro. Una lezione che tutti i paesi stanno cercando di trarre dalla crisi che ha colpito le loro economie. La ricetta per uscirne è innovazione, ricerca, formazione, e soprattutto capitale umano. Proprio sul capitale umano e i giovani dobbiamo investire per poter rinnovare l’Italia.

Fino a quando però lo stato continuerà a trattare la seconda generazione, come “figli di immigrati”, stranieri e immigrati che, in verità, l’unica migrazione loro è stata quella dall’ospedale italiano a casa, allora non si può pretendere che i cittadini amino questo paese e diano il massimo per il suo sviluppo.

Se l’Italia proseguirà su questa strada assisteremmo ad altre fughe di cervelli che una volta formati qui se ne andranno nei paesi in cui la meritocrazia è l’unico viatico al successo professionale. Un paese che perde i giovani e non sa valorizzare chi lo ama, non potrà sicuramente essere competitivo in un mondo globalizzato come quello in cui viviamo.

Intanto alla camera, la legge non potrà arrivare in discussione prima di questo autunno. Questa ovviamente è una delle previsioni migliori, considerato il fatto che la maggioranza ancora non ha una posizione di sintesi sull’argomento. Eppure dovrebbe essere una di quelle leggi più facile da far approvare in quanto non comporta un impegno di spesa, è a costo zero come si suol dire.


Fonte: http://www.albanianews.it/notizie/europ ... ssa-italia


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