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 Oggetto del messaggio: Cittadinanza e moschee agli stranieri
MessaggioInviato: 10 giu 2010, 14:00 
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«Cittadinanza e moschee agli stranieri»
Sondaggio su mille giovani trevigiani:
«I coetanei immigrati? Subito italiani»


TREVISO — I teen-ager che frequentano le scuole superiori di Treviso non avrebbero nulla in contrario se ai loro coetanei con genitori stranieri fosse riconosciuta subito la nazionalità italiana. Almeno, questo vale per otto ragazzi su dieci e a rivelarlo è un’indagine condotta da una classe dell’istituto «Duca degli Abruzzi» presentata ieri assieme all’annuale rapporto di Anolf- Cisl, Caritas e Cooperativa «Servire» sulle dinamiche demografiche della popolazione immigrata nella Marca. Uno studio che conferma grosso modo le linee che già erano leggibili negli anni scorsi, cioè con un inesorabile transizione, nell’alchimia tra italiani e stranieri, verso pesi sempre maggiori di questi ultimi. Al 31 dicembre 2009 nella Marca erano 105 mila, ad un soffio dall’11% della popolazione totale. Ben più del Veneto, in cui la componente non va oltre il 9,3%, e dell’Italia, che si assesta al 6,5%. Se si vanno a considerare soltanto i minorenni la quota balza su al 16,4%.

Effetto comprensibile, visto che in un anno in provincia sono nati 9.025 italiani e ne sono nel frattempo morti 7.282, mentre a fronte di 92 decessi, in larga misura per incidenti sul lavoro, fra le etnie straniere di lieti eventi ne sono stati registrati 2.128. «Non c’è storia, il fenomeno è destinato ad aumentare - osserva il segretario generale Cisl, Franco Lorenzon - e gli immigrati di oggi saranno gli italiani di domani. Grazie a dio sono giovani, così le nostre pensioni qualcuno le pagherà ». Ma non si era detto che la crisi avrebbe fermato gli ingressi? «Magari i nuovi arrivi sì ma non ricongiungimenti e nascite. E’ vero che nel 2009 rispetto all’anno prima gli stranieri sono cresciuti del 3% contro il 9% calcolato nel 2008, ed è anche vero che in un comune su quattro si osserva addirittura un calo. Ma è un fatto momentaneo ». Dalla ricerca dei ragazzi del Duca degli Abruzzi effettuata su un migliaio di giovani, le evidenze che balzano a galla sono numerose e significative. La maggiore naturalità con cui gli under 20 hanno vissuto sin d’ora il rapporto con i coetanei stranieri è, ad esempio, probabilmente la causa che li fa loro percepire molto meno numerosi di quanti siano. La maggioranza pensa infatti che la densità di immigrati sia maggiore nel resto del Paese che a Treviso, quando è invece la realtà contraria. Ancora, per quanto riguarda la possibilità di costruzione di moschee in Italia, il 56% degli studenti si dichiara favorevole ma uno su tre propone di introdurre opportune regolamentazioni. Circa la metà ritiene giusto tutelare il crocifisso nelle aule, mentre il 29% si dichiara indifferente. Il 64,9% degli intervistati, infine, sostiene che la chiesa non debba intervenire in modo più incisivo in alcune questioni della vita civile, riconoscendo che l’Italia è uno stato laico.

Gianni Favero
09 giugno 2010


Fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/tr ... 6750.shtml


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MessaggioInviato: 10 giu 2010, 14:11 
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Località: oscillo tra la provincia di Perugia e l'Universo
Chissà perchè tanta enfasi sulla religione islamica, che sembra aver monopolizzato il pensiero dei "altri" - i non-islamici e quelli che dall'islam si sentono in qualche modo minacciati - più che quello dei stessi musulmani...

Questo atteggiamento è preoccupante. Tutti gli immigrati e tutto ciò che li riguarda viene ricondotto a questa lettura da scontro-di-civilità; sembra che siamo tutti islamici e tutti potenzialmente fondamentalisti.
Io credo profondamente che non sia - e non possa in alcun caso essere - la religione la base da cui partire per costruire una co-munità che ci comprenda tutti; abbiamo a disposizione tante altre identità più ampie e permeabili cui attingere, quindi perchè scegliere a tutti costi le scatole chiuse delle fedi?


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MessaggioInviato: 10 giu 2010, 16:50 
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Quoto Jaska.
La religione è una dimensione dell'essere umano, che è pluridimensionale. Inoltre, l'Islam è una tra le tante religioni esistenti al mondo, tutte di pari rango. Questo recupero in chiave nostrana di Samuel Huntington non è bello.
Propongo per passare il tempo, invece di sottolineare quello che ci divide l'uno dagli altri di trovare le similitudini (come nel giochino della settimana enigmistica). Scommetto che qualcosa cambierà in meglio!


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