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 Oggetto del messaggio: La Lega scatenta anche a Trieste
MessaggioInviato: 08 giu 2010, 20:43 
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La Lega: "Un tetto agli stranieri anche al nido e scuole d'infanzia"
di Matteo Unterweger

30% di alunni stranieri in ogni sezione scolastica, compresi asili nido e scuole d’infanzia del Comune. Una novità in linea con le direttive già inoltrate da tempo attraverso una nota ufficiale dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. La proposta dei nidi e scuole d’infanzia triestine, è contenuta in una mozione urgente che la Lega proporrà di discutere oggi in Consiglio comunale

TRIESTE. Applicare un tetto massimo del 30% per gli alunni stranieri in ogni sezione scolastica, compresi gli asili nido e le scuole d’infanzia del Comune. Una novità in linea con le direttive già inoltrate da tempo attraverso una nota ufficiale dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini alle scuole primarie e secondarie, di primo e secondo grado, chiamate ad applicare (sono comunque previste delle specifiche deroghe) il limite alle rispettive classi prime dal prossimo anno scolastico.

La proposta di estendere il provvedimento anche a nidi e scuole d’infanzia triestine, ovvero a bimbi dai pochi mesi di vita in su, è contenuta in una mozione urgente che la Lega Nord proporrà di discutere oggi in Consiglio comunale. «Tale tetto dovrà essere previsto - si legge nel documento firmato dai due consiglieri del Carroccio, il capogruppo Maurizio Ferrara e Giuseppe Portale - pure per le sezioni con lingua slovena nell’ottica della maturazione dell’identità dei bambini, nati e residenti in Italia, ma appartenenti alla comunità slovena».

Nella mozione viene sottolineato come il tutto dovrebbe essere possibilmente applicato «con gradualità» e «potrà essere variato se gli stranieri da integrare avranno già competenze linguistiche tali da non mettere in difficoltà gli insegnanti e i bambini italiani, compresi quelli appartenenti alla comunità slovena».

Nei nidi d’infanzia comunali, contando anche le nuove disponibilità frutto della convenzione stipulata con alcune strutture private, i posti per i bambini saranno 857 dal prossimo anno scolastico. Nelle scuole d’infanzia invece «sono 2.500», fa il punto il direttore dell’Area educazione del Comune Enrico Conte. Che aggiunge come «la media di giovani stranieri nelle stesse scuole d’infanzia comunali si attesti attualmente attorno al 10%, con punte massime anche superiori al 30% in alcuni contesti, come nelle zone di largo Barriera o di San Giacomo. Nei nidi - prosegue Conte - queste percentuali sono in crescita, con una media che arriva al 15%».

L’assessore comunale con delega all’Educazione, infanzia e giovani Giorgio Rossi evidenzia come «il problema sia reale in questo momento e quindi vada gestito. Sulla mozione, comunque, i consiglieri se la vedranno politicamente, io non posso entrare in quel contesto ma sono certamente d’accordo sul fatto che deve essere trovato un equilibrio».

Dal canto suo, il capogruppo padano in Municipio Maurizio Ferrara aspetta di vedere «la risposta che il Pdl darà sull’urgenza legata al nostro atto». Se la mozione non passerà questo primo ostacolo, infatti, la discussione in aula sui contenuti e il voto non avverranno oggi. «Dopo aver spinto per assicurare la precedenza nelle graduatorie ai residenti ed esserci espressi contro il menu etnico - sottolinea ancora Ferrara - con quest’ulteriore azione vogliamo difendere l’identità dei nostri bambini. Puntiamo a far inserire il tetto del 30% nel Regolamento comunale, per far partire il tutto dall’anno scolastico 2011-’12».

Così il capogruppo di Fi-Pdl, Piero Camber, sulla proposta: «La percentuale mi sembra equa per garantire le esigenze di tutti, sia dei bambini italiani che di quelli stranieri. Tendenzialmente non vedo quindi negatività in merito». Più critico, sempre in seno alla maggioranza di centrodestra, Antonio Lippolis (An-Pdl): «L’inserimento di un tetto limite nei nidi e nelle scuole d’infanzia non mi trova perfettamente d’accordo, lo trovo discriminante per bambini così piccoli. Alle elementari, ad esempio, la cosa ha invece una sua logicità perché l’apprendimento è più meditato e tutti hanno più tempo per imparare la lingua italiana».

L’iniziativa leghista non va giù al rappresentante dei Cittadini per Trieste in aula (e presidente del movimento civico) Roberto Decarli, che rinnova le proprie critiche nei confronti delle politiche del Carroccio: «Questa è una mozione urgente della serie “buttiamo fuori tutte le persone che non sono nate a Trieste e che non sono della nostra città”. Si tratta di una cosa assurda e innaturale di questi tempi. La Lega, poi, lo fa con i bambini e con le famiglie ma non con gli immigrati che lavorano e danno il loro apporto alla nostra economia. Che facciano allora una legge - aggiunge provocatoriamente Decarli - per i capifamiglia limitando i loro inserimenti nelle fabbriche! È facile prendersela con i giovanissimi e con le famiglie!».

Non chiude la porta alle riflessioni sul tema e sui contenuti della mozione, invece, Fabio Omero, che in Municipio guida il Pd: «Bisogna avere ben chiari i numeri prima di tutto, perché il problema dell’applicazione sta nel rischio che, con il superamento del tetto, si debba alla fine spostare dei bambini fuori dal loro ambito di residenza. A quel punto, in quale scuola verrebbero mandati e come la raggiungerebbero? D’altra parte, credo però che su tutto questo si possa ragionare, non sono preventivamente contrario: per avere integrazione bisogna riflettere anche sul fatto di non costruire delle classi ghetto composte solo da stranieri. Certo, per farlo, è meglio usare meno slogan e avvalersi invece di uno studio serio».


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