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Giovani nati in Italia e diritto di cittadinanza

Solo a Città di Castello sono 761 i figli di immigrati nati in Italia e che la legge considera stranieri. Ma per fortuna qualcosa si sta muovendo


di Claudia Belli

Per anni ha prevalso l’impressione che eventuali modifiche al testo della legge n. 91 del 1992, che contiene le norme sulla cittadinanza, non fossero urgenti. Si pensava che il numero degli interessati fosse irrilevante e che l’età media fosse ancora troppo bassa. In realtà c’è un’intera generazione che aspetta impaziente, sono i figli degli immigrati che sono nati o cresciuti in Italia e che vogliono avere le stesse opportunità dei loro coetanei che sono italiani per una questione “di sangue”.

La legge n. 91 del 1992 fa infatti riferimento al principio dello Ius sanguinis, in modo da favorire soprattutto i figli o nipoti di emigrati italiani che vogliano ottenere la doppia cittadinanza, anche se spesso queste persone non sono mai state in Italia e non parlano una parola di italiano. Mentre il figlio di genitori stranieri che nasce nel nostro paese non ottiene automaticamente la cittadinanza, ma deve aspettare di compiere i 18 anni di età per poter far domanda e dimostrare di avere tutti i requisiti prima di compierne 19.

Molto più complesso è il procedimento per chi è cresciuto in Italia, ma è nato in un paese straniero. In questo caso si deve seguire la stessa procedura valida per gli adulti e quindi dimostrare di risiedere in Italia da 10 anni, di avere un reddito proprio (anche se su questo ultimo punto spesso le questure chiudono un occhio e si accontentano di verificare il reddito dei genitori), senza contare che spesso i documenti necessari non sono poi così facili da recuperare nel paese d’origine. Capita spesso perciò che ragazzi nati o cresciuti in Italia si ritrovino a 19 anni a dover procurarsi un permesso di soggiorno, per motivi di lavoro o di studio per non aver richiesto la cittadinanza durante il diciottesimo anno di età.

A premere sulle istituzioni per un rinnovo di una legge ritenuta inadeguata è soprattutto la cosiddetta “seconda generazione di immigrati”, per questo tale argomento è diventato uno degli obiettivi di Rete G2, l’organizzazione nazionale che riunisce i figli di immigrati e rifugiati nati e/o cresciuti in Italia (http://www.g2secondegenerazioni.it). Alla luce di questa definizione il termine “seconda generazione di immigrati” in realtà non risulta corretto, si deve parlare invece di “seconda generazione di immigrazione”.

I membri della Rete G2 tengono sotto continuo monitoraggio ogni novità su questo fronte e conoscono bene i numerosi disegni di legge che puntano a modificare l’attuale normativa, in totale al momento sono 14 proposte, alcune delle quali puntano a sostituire lo Ius sanguinis con lo Ius soli (principio al quale fa capo ad esempio la legislazione americana). Tra i vari disegni di legge ce n’è uno che sembra riscuotere particolare consenso, anche perché bipartisan, e che probabilmente verrà discusso in Parlamento il 21 o il 22 dicembre.

Il disegno di legge, firmatari del quale sono il deputato Pd Andrea Sarubbi e il deputato Pdl Fabio Granata, punta prima di tutto a introdurre il concetto di Ius soli, quindi i nati nel territorio italiano da genitori residenti e immigrati regolari in Italia, otterrebbero automaticamente la cittadinanza senza dover aspettare di essere maggiorenni. Anche per quanto riguarda i figli di immigrati cresciuti in Italia il percorso risulterebbe semplificato, basterebbe infatti aver completato almeno un ciclo scolastico per poter inoltrare la richiesta. Per gli adulti si accorcerebbero i tempi (da 10 a 5 anni), ma verrebbe introdotto un piccolo test di lingua e cultura.

Molti comuni hanno inoltre manifestato il proprio sostegno alla proposta Sarubbi-Granata «L’appoggio delle giunte comunali ovviamente non ha nessun peso giuridico –spiega l’onorevole Sarubbi –ma ha importanza sul piano della discussione politica e dimostra quanto la classe politica locale sia più aperta al dialogo. Ad esempio il 13° Municipio di Roma ha appoggiato la proposta nonostante la maggioranza del Pdl».

È importante infatti sottolineare il carattere apartitico di questo disegno di legge, nonostante la Lega e la parte contraria del Pdl cerchino, soprattutto a mezzo stampa, di delinearla come una proposta saldamente legata alle forze politiche di opposizione, inclusa la cosiddetta “corrente finiana”, dal momento che proprio il Presidente della Camera avrebbe insistito, insieme a Franceschini, per fissare la data per la discussione prima di Natale.

Per Il Giornale ad esempio questa sarebbe per Fini «l’occasione concreta per il divorzio dal Cavaliere» e il disegno di legge non sarebbe altro che «un’idea finiana per facilitare la cittadinanza degli immigrati». Nel frattempo La Padania titola in prima pagina: “Cittadinanza facile, no senza appello”. Eppure un disegno di legge molto simile arriva dal deputato Pdl eletto all’estero Aldo Di Biagio, ma nello stesso articolo del quotidiano di Feltri questa proposta viene citata soltanto in riferimento alla volontà di passare dallo Ius sanguinis allo Ius soli.

«Forte pressione a favore delle modifiche – continua Sarubbi – arriva dal mondo cattolico, soprattutto dalle parrocchie e da chi ha contatti più diretti con gli immigrati». Questo perché chi conosce il problema concretamente non lo percepisce come una questione politica, ma come l’esigenza quotidiana di persone che sono a tutti gli effetti cittadini italiani, ma che non risultano tali a livello amministrativo.

Solo nel comune di Città di Castello risiedono 761 bambini e ragazzi tra gli 0 e i 18 anni figli di immigrati (dati Istat aggiornati al gennaio 2009), senza contare i maggiorenni che sono cresciuti o nati in Italia. A tutte queste persone è attualmente negata tutta una serie di diritti, come la possibilità di partecipare a concorsi pubblici, oppure accedere a certi ordini professionali come quello dei medici o dei giornalisti, anche se in questo caso esiste l’opportunità paradossale di essere inserito tra i corrispondenti dall’estero, pur lavorando e vivendo in Italia.

Sicuramente la mancanza del diritto di voto e l’impossibilità di ricoprire una carica politica è ciò che più contribuisce a far sentire “straniere” persone che sono molto più italiane di chi il diritto di voto ce l’ha pur vivendo all’estero da anni o da sempre, o semplicemente di chi diventa italiano per poter giocare in nazionale. Questo perché la coscienza civica ha poco a che fare con le origini e con il sangue, ma deriva dalle esigenze e dai bisogni che sorgono nella vita quotidiana e dal pensiero che ogni individuo sviluppa vivendo in un determinato Paese.

Quindi la modifica alla legge n. 91 del ’92 oggi è più urgente che mai e non può più essere rimandata, basta dare un’occhiata alle leggi in materia degli altri paesi europei per capire quanto l’attuale normativa sia inadeguata. E un suo eventuale aggiornamento non costituirebbe una “generosa concessione”, come certa stampa cerca di far credere, ma il semplice riconoscimento di diritti fondamentali. È importante quindi che il messaggio, soprattutto da parte delle istituzioni, sia il più chiaro e il più forte possibile.

Ai comuni che, attraverso la votazione di ordini del giorno specifici, hanno appoggiato l’iniziativa probabilmente si aggiungerà presto anche San Giustino su proposta di legge bipartisan del consigliere comunale Pd Giuseppe Rossi. Il comune di Città di Castello invece non ha ancora una posizione ufficiale, ma l’assessore alle politiche sociali Luciano Bacchetta si è dichiarato «favorevole all’integrazione economica, sociale, culturale e anche politica». I ragazzi della Rete G2, in realtà, non fanno mai riferimento all’integrazione nelle loro campagne di sensibilizzazione, semplicemente perché non hanno mai avuto l’esigenza di integrarsi, dal momento che sono italiani a tutti gli effetti, anche se molti di loro hanno bisogno di un permesso di soggiorno.


Fonte: http://www.altrapagina.it/ingrandimento ... di%20legge

L'Altrapagina è una rivista mensile della Valtiberina Umbro-Toscana.
Questo articolo è uscito nel numero di dicembre.


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