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MessaggioInviato: 21 nov 2009, 16:13 
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Il presidente della Camera in visita al centro 'Semina' di Torpignattara di fronte a una cinquantina di ragazzi.
"Cittadinanza? Bisogna convincere sia quelli di destra che quelli di sinistra. Ma succederà"
Immigrazione, Fini: "Stranieri diversi? Quelli che lo pensano sono stronzi"


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ROMA - Quelli che usano "qualche parola di troppo" nei confronti degli immigrati, sono degli "stronzi", ha detto Gianfranco Fini nel corso di un incontro con circa 50 ragazzi, per la maggior parte immigrati bengalesi e cinesi tra gli 8 e i 18 anni, del centro diurno 'Semina' a Torpignattara, gestito dall'associazione 'Nessun luogo è lontano'. Il presidente della Camera ha fatto diverse domande ai presenti: "Qualche volta vi pesa essere qui? C'è qualcuno che ve lo fa pesare? O qualche volta c'è qualche stronzo che dice qualche parola di troppo?". I ragazzini hanno riso e Fini ha continuato: "Uso questa parola perché se qualcuno dice che siete diversi la parolaccia se la merita: voi la pensate io la dico".Secondo Fini anche i titoli dei giornali che criminalizzano le etnie riferendo i fatti di cronaca sono "sbagliati". "Titolare che un rumeno o un eritreo hanno compiuto uno scippo - ha detto Fini - è un modo scorretto, superficiale e impreciso di informare. La stampa sbaglia. Sarebbe bello se l'informazione non titolasse con riferimenti etnici, perché altrimenti si forma nei cittadini la convinzione che ci sia un'equazione tra lo straniero e il delinquente. Uno scippatore è uno scippatore e basta".

Le domande dei ragazzi sono state precise, curiose, numerose. E Gianfranco Fini ha anche risposto a proposito di quanti sono scettici sui tempi più brevi per la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia. "Si convinceranno - ha detto - perché quelli che vengono qui saranno sempre di più e quindi bisogna ragionare e riflettere". Incalzante un ragazzino gli ha chiesto: "Ma come farà a convincere quelli di destra?". Fini ha sorriso e detto: "Bella domanda. Bisogna convincere sia quelli di destra che quelli di sinistra. Se parlano di voi da un bel salotto non si convinceranno mai. Se non vengono qui non possono capire. Ma siate certi che saranno loro in torto e non certamente voi".

Il presidente della Camera ha infine ribadito il suo no alla sentenza della Corte di Giustizia dei diritti dell'uomo di Strasburgo contro i crocifissi in classe, sostenendo: "Non danno fastidio a nessuno" e per rafforzare la sua convinzione ha chiesto ai ragazzini, molti dei quali di religione musulmana, se fossero in qualche modo infastiditi dalla presenza della croce nell'aula. Al coro di "no", Fini ha commentato: "Benissimo, perfetto, mi date conferma di tante cose".

(21 novembre 2009)


Fonte: http://www.repubblica.it/2009/03/sezion ... i.html?rss

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MessaggioInviato: 21 nov 2009, 16:47 
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COMUNICATO STAMPA


Roma, 21 novembre 2009

Oggi si è tenuto l’incontro tra il Presidente della Camera dei Deputati On. Gianfranco Fini e i ragazzi del Centri socio-educativi di Nessun luogo è lontano.

Il Presidente e i giovani, appartenenti a diverse nazionalità, hanno parlato dei principi e valori della Costituzione, della dinamica positiva dei diritti e dei doveri di ognuno, delle diversità religiose e etniche e del sentirsi parte della comunità in cui si vive, di cittadinanza «quando un bambino nasce in Italia o qui segue un ciclo scolastico, è giusto che i genitori possano chiedere per lui la cittadinanza italiana» ha dichiarato il Presidente della Camera.

Erano presenti all’iniziativa l’Assessore alle Politiche Sociali e per la Famiglia e ai Rapporti Istituzionali della Provincia di Roma Claudio Cecchini, l’Assessore alle Politiche Sociale del Comune di Roma Sveva Belviso e il Presidente del Municipio VI Giammarco Palmieri che hanno portato un saluto delle Istituzioni.

Durante l’incontro è stato anche proiettato il DVD “C’è un sacco di futuro nel nostro domani” realizzato dall’Associazione con i ragazzi dei Centri e con il contributo dalla Regione Lazio.


Associazione Nessun luogo è lontano

Via del Gazometro, 23 – 00154 Roma

Tel 06/5717791 - Tel/fax 06/57288834

www.nessunluogoelontano.it



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MessaggioInviato: 22 nov 2009, 00:42 
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Lo dice Gianfranco Fini ai giovani extracomunitari di Torpignattara

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Stronzo chi pensa che questo ragazzo è diverso


“Stronzo”. L’ha detto il presidente della Camera. Sentito bene, proprio quella parola lì. È una parolaccia per il vocabolario della lingua italiana, significa, in modo volgare, escremento umano, ma ormai, per tutti, è l’appellativo che si dà a chi assume atteggiamenti o comportamenti lesivi della dignità e della persona altrui. Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini “stronzo” è colui che discrimina un altro per il colore della pelle o per il paese da cui proviene. È “stronzo” chi guardando un ragazzo di un altro colore lo considera diverso e meno di sé. Chiunque lo faccia, è “stronzo”. Senza appello e senza edulcoranti linguistici o perifrasi verbali che in questo caso sanno solo di ipocrisia.

«Vi pesa essere qui? C’è qualche stronzo che usa qualche parola di troppo?», chiede Fini ai giovani extracomunitari del centro interculturale Semina Semina, di Torpignattara, periferia est di Roma. E gli “ospiti”, in massima parte adolescenti e bambini cingalesi, cinesi, filippini, eritrei, restano basiti. È un adulto, e un adulto importante che parla. Sbiancano persino i giornalisti e il portavoce di Fini. Eppure, il fu leader di An insiste, rincara: «Perché se qualcuno lo fa, la parolaccia la merita: voi la pensate, io la dico». E allora il pensiero ti corre subito al Fini che siede sullo scranno più alto di Montecitorio, alla politica ingessata delle parole difficili, alle polemiche sul “white Christmas”, alle dichiarazioni di tutti i giorni. Possibile che il politically correct oggi sia rimasto a casa, insieme ai pantaloni dell’abito di Fini, che arriva a Torpignattara in jeans e giacca blu, con la cravatta ma con la camicia a righe? Evidentemente sì, perché nella ex scuola media di periferia, la politica non è entrata affatto.

Nessun discorso da presidente, zero spazio per il cerimoniale: Fini si è buttato a corpo morto tra i ragazzi e ha fatto parlare loro e a uno ha detto persino che è “un bel paraculo”, perché chi sfugge alle domande e ne pone in replica, come ha fatto il ragazzino eritreo, è proprio un “paraculo”, in qualsivoglia tipo di aula. S’è buttato Fini, «perché se non li ascolti, se non vieni qui, non capisci». E allora, quando gli hanno chiesto se «riuscirà a convincere quelli di destra» sulla bontà delle sue aperture sull’immigrazione, Fini ha sorriso e ha detto che «quelli di destra, ma anche qualche amico di sinistra» si convinceranno, «perchè di queste cose non puoi parlare dal bel salotto», dove la parola “stronzo” non la senti mai, nemmeno detta con la erre moscia o con il tono della voce un’ottava più basso del solito.

«Questi ragazzi - ha aggiunto ancora Fini, parlando con i cronisti al termine della visita - non hanno nulla di diverso dai loro coetanei: hanno gli stessi sogni e gli stessi problemi» e “quelli di destra” «si convinceranno, anche perché fra un po’ questi ragazzi saranno molti di più». È la generazione degli Andrea con gli occhi a mandorla, di chi si chiama con il nome di una divinità indù troppo difficile da pronunciare e che diventa allora semplicemente Lak, di chi va al liceo con il costume tradizionale del Bangladesh, figli d’immigrati in Italia arrivati neonati o quasi, gente che parla romanesco o milanese più che la lingua dei padri, ragazzi che Fini ha incontrato e dai quali s’è fatto dire che «il crocifisso in classe non dà nessun fastidio, a patto che nessuno voglia imporre la religione d’un altro». «Che replicare - è stato il solo commento di Fini - sono d’accordo, mi sarei preoccupato se avessero detto il contrario».

E allora basta con l’equazione “straniero uguale criminale”, e sbattere nel titolo d’un giornale «il riferimento etnico accanto al brutto fatto di cronaca è un modo di fare informazione scorretto e superficiale», meglio che i media si astengano. Resta però lo “scoglio normativo”, parola che Fini non usa ma che ben definisce le barriere poste dalla Bossi-Fini. «Ne condivido ancora la filosofia di fondo, che è quella che dice che stai in Italia solo se hai un lavoro. Però oggi farei un paio di modifiche». Una riguarda «i sei mesi dopo i quali, se perdi il lavoro, ti scade il permesso di soggiorno. Con questa crisi sarebbe meglio fare un anno». La seconda è uno snellimento burocratico: per Fini è da cambiare la norma che impone allo straniero il ritorno in patria per il rinnovo della domanda di soggiorno. «Meglio sarebbe incaricarne ambasciate e consolati». Applausi, autografi, saluti e «ci vediamo alla Camera, venitemi a trovare».

21 novembre 2009


Fonte: http://www.ffwebmagazine.it/ffw/page.as ... te_Arti=50

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MessaggioInviato: 23 nov 2009, 19:35 
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Roma, 23 novembre 2009

L’Associazione “Nessun luogo è lontano” nel rinnovare la sua profonda gratitudine al Presidente della Camera On. Gianfranco Fini per aver accolto il suo invito ad incontrare i ragazzi dei nostri Centri educativi nella giornata di sabato scorso e a seguito dell’eco giornalistico e politico che ha seguito tale evento, informa di aver invitato, in data odierna, il Ministro per la Semplificazione Normativa On. Roberto Calderoli per un incontro con le medesime caratteristiche, nel giorno e nell’ora che il Ministro riterrà più opportuni.

«Al di là delle rispettive posizioni delle forze parlamentari e istituzionali – ha affermato il Presidente di Nessun luogo è lontano Fabrizio Molina – quello che apprezziamo è che il dibattito istituzionale e politico per giungere ad una buona legge sulla cittadinanza, sia ripartito. Ciò – ha proseguito ancora Molina – aiuta a radicare sempre di più nel sentire comune, la convinzione che le differenze che contano non riguardano il Paese dove si è nati o da dove si proviene, ma se si ama e si vive onestamente in Italia o no».

Dopo la visita del Presidente Gianfranco Fini e l’invito appena formulato al Ministro Calderoli, Nessun luogo è lontano inviterà i leader delle principali forze politiche, nella convinzione che tutti, dunque anche le associazioni, debbano fare ciò che si può e si deve per dare al nostro Paese norme sull’immigrazione che siano giuste, democratiche e realistiche.


Fonte: http://www.nessunluogoelontano.it/nuovosito/index.php

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