Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

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 Oggetto del messaggio: Articolo G2 su liberazione
MessaggioInviato: 20 set 2006, 20:06 
G2 con doppia cittadinanza

Iscritto il: 01 lug 2006, 21:34
Messaggi: 873
Località: Roma
Seconde generazioni, piccoli cittadini di serie B

Uscito 17/9/2006
di Sabina Morandi

Yazid è nato in un vecchio quartiere del centro storico di Roma. Parla correntemente un ottimo francese (con la madre) e un italiano lievemente corrotto dall’accento romanesco. E’ partito per andare a trovare i nonni in Algeria indossando la maglietta di Totti ma tifa Juve, malgrado di sforzi del quartiere di riportarlo sulla retta via, e la vittoria dell’Italia l’ha fatto esplodere di felicità. Fra dieci anni, se non cambiassero le cose, potrebbe essere caricato su di un charter diretto in una terra che non conosce fra persone che parlano una lingua diversa dalla sua, a meno che non abbia la fortuna di vedersi approvata una legge sulla cittadinanza meno barbara. Ma non è affatto detto.
Nella vulgata razzista è quasi un luogo comune che, facendo nascere qui i loro bambini, gli immigrati li rendono automaticamente cittadini italiani. Niente di più falso: le “seconde generazioni”, così si autodefiniscono i figli degli immigrati che sono nati sul suolo italiano o sono arrivati qui piccolissimi, vivono attualmente in una sorta di limbo giuridico decisamente ingiusto e socialmente pericoloso. Si tratta di una popolazione abbastanza consistente secondo le stime della Caritas e destinata a crescere visto che risultano almeno 491 mila figli di immigrati ancora minorenni. A questi bisogna aggiungere un esercito di ragazzi con gli occhi a mandorla o con la pelle scura che, malgrado si ritrovino in bocca le sospirate c toscane o le slabbrate vocali bergamasche, una volta raggiunta la maggiore età hanno scoperto di essere diversi dai loro compagni di scuola. Cittadini di serie b, insomma, incastrati nell’infernale macchina di una burocrazia che fa di tutto per tenerli lontani dai diritti e dai doveri relativi alla cittadinanza piena.
E’ a questi ragazzi che si deve l’idea di fondare quella che insieme è un’associazione, un gruppo di sostegno e un forum di discussione: G2, ovvero Generazioni Seconde è il nome che si sono scelti per il loro esordio pubblico avvenuto il primo luglio scorso alla Casa internazionale delle donne di Roma. Per capire che cos’è G2 non c’è niente di meglio che collegarsi con il loro sito, https://www.secondegenerazioni.it dove, fra l’altro, si possono leggere anche gustosi racconti di ordinario razzismo quotidiano. Il G2 è, in sostanza, «un network di cittadini del mondo, originari di Asia, Africa, Europa e Latinoamerica, che hanno deciso di lavorare insieme su due punti fondamentali: i diritti negati alle seconde generazioni senza passaporto italiano e la loro identità, incontro di più culture».
Nato a Roma nel 2005 perchè la maggior parte dei suoi membri sono cresciuti nella capitale, il G2 è stato l’occasione per creare e mantenere un dialogo costante con le seconde generazioni che vivono a Milano, Torino, Napoli, Mantova, Bologna, Reggio Emilia, Prato e Genova. Nel 2006 sono nati il Blog G2 e il Video G2, descritti come «due strumenti collettivi di comunicazione per discutere di diritti, identità, amarezze e curiosità di una nuova generazione». Una generazione che, a prima vista, sembrerebbe ben più attrezzata di quelle precedenti a vivere in un mondo globalizzato, sempre che le arcaiche pulsioni rivendicative di questo paese di emigranti trovino una qualche soluzione.
Sempre dal sito si può ricavare una sintesi dell’incontro del primo luglio, una giornata fitta d’interventi durante la quale sono stati stilati i punti più importanti di una proposta di riforma della legge sulla cittadinanza volta a migliorare l’accesso dei nati e dei non nati, ma cresciuti, in Italia «per farne dei cittadini al cento per cento», come scrivono nel sito. Ma l’incontro è stata anche l’occasione per i gruppi locali di parlare del loro lavoro e dei differenti rapporti con il loro territorio. I G2 di Roma, per esempio, hanno raccontato in modo dettagliato i loro incontri con alcuni politici sensibili ai problemi dei migranti che avevano lo scopo di capire a che punto è il dibattito all’interno della nuova maggioranza di governo per la modifica della legge sulla cittadinanza (l. 91 del 1992). Il dibattito è continuato durante i mesi estivi, quando il disegno di legge ha fatto la sua comparsa accolto con un sospiro di sollievo da tutte le organizzazioni di Seconde generazioni ma, anche, con una certa diffidenza. Spicca, nei commenti agli articoli specifici che riguardano le G2, la critica allo sbarramento reddituale: «vincolare un diritto al censo è un’aberrazione giuridica» scrive un simpatizzante «è come se la cittadinanza fosse in vendita».
Bisogna dire che i figli degli immigrati sono molto realisti rispetto alla tolleranza degli italiani. Da alcune parti sono state infatti espresse preoccupazioni per il fatto che buona parte delle proposte potrebbero allarmare i nostri cari compatrioti. In sostanza i ragazzi pensano, forse a ragione, che l’Italia non sia ancora pronta ad accettare l’idea di una cittadinanza aperta a tutti i nati sul suolo italiano fin dai primi anni di vita, e non dopo la maggiore età, per motivi di studio, di lavoro e via ostacolando. Si contrappone qui il “diritto del suolo”, caratteristica dei paesi a forte migrazione come Stati Uniti e Australia, e il “diritto del sangue”, ovvero la discendenza come criterio principe per la concessione della cittadinanza, tipico di molti paesi europei. Paradossalmente, mentre i nostri nonni hanno assunto la cittadinanza dei paesi dove sono emigrati in cerca di lavoro, noi abbiamo molte difficoltà a concedere lo stesso dritto ai figli di coloro che si sono trasferiti qui da noi.
Ma non è solo una questione di diritti. Come hanno sottolineato alcuni dei partecipanti all’incontro di Roma, occorre invece “puntare in alto” rilanciando la questione nel suo aspetto sociale più allargato. Lo status delle seconde generazioni, così come l’enorme ricchezza del loro bagaglio transculturale, è cosa che riguarda il futuro del paese intero se vogliamo credere ai suddetti dati della Caritas e alle stime fornite dall’Istat, da cui risulta che l’italica progenie è ancora inchiodata sulla crescita zero. Le seconde generazioni avranno insomma un ruolo sempre più importante, e non è affatto detto che l’Italia non sia pronta. Al contrario «la maggior parte degli italiani nemmeno lo sanno, che non abbiamo la cittadinanza, ma quando lo vengono a sapere sono increduli» scrive un ragazzo che ha partecipato all’incontro. Essenziale quindi, oltre al sostegno legale, farsi conoscere e coinvolgere più persone possibile. Solo così il G2 potrà diventare un punto di riferimento sia per le seconde generazioni che per i decisori politici impegnati – si spera - a riformare la legge. Nel frattempo è stato lanciato un forum telematico di discussione per «mantenere vivo il contatto tra G2 di diverse città e formulare proposte per migliorare la realtà delle seconde generazioni». L’obiettivo dichiarato, oltre ovviamente a mantenere i contatti fra i partecipanti dell’incontro romano, è quello di catalizzare un processo che, per imitazione, potrebbe far nascere numerosi gruppi locali collegati su scala nazionale allargandosi verso il Sud e le Isole dove la maggiore incidenza di lavori stagionali non ha però impedito la nascita di comunità stanziali.

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Cinese fasullo


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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 21 set 2006, 20:02 
Extra terrona
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Iscritto il: 03 lug 2006, 13:44
Messaggi: 3014
Località: roma
è un articolone, uscito lo stesso giorno dell'articolo su Metropoli. peccato che non fosse segnalata la presentazione del video.
Ma pare che si rifaranno sabato stesso pubblicando un articolo sul video, con intervista a Maria Rosa e Mohamed...


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