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2 Ore a G.lab, racconto in pillole 4/12/2013
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Autore:  helly [ 04 dic 2013, 17:44 ]
Oggetto del messaggio:  2 Ore a G.lab, racconto in pillole 4/12/2013

Oggi 2 ore di G.lab mi hanno fatto capire quanto sia prezioso il nostro lavoro.

Accompagno in Comune per la 4° volta una ragazza diciottenne che non vuole credere che la sua cittadinanza non sia ammessa. Oggi capiamo finalmente che la residenza legale dei genitori c’è, ma manca la sua. Probabile che nella sua infanzia i genitori si siano persi nella burocrazia italiana, come chiunque d’altronde. R. è accompagnata da due amici, J. con la lettera 18 anni in Comune e N. che ascolta musica con enormi cuffie, a lui pare che il discorso non interessi... Entriamo insieme, R.N.ed io.

J. viene trattato con i guanti di velluto, usufruirà dei benefici della nuova legge 98/2013, fino a pochi mesi fa la cittadinanza non gli sarebbe stata concessa. Alla nascita non aveva permesso di soggiorno, per 3 anni, ma gli basterà dare copia delle vaccinazioni e del primo permesso di soggiorno.

Per R. invece non c’è modo di coprire gli anni in cui non risulta in Italia, quindi farà domanda tramite Prefettura. E’ demoralizzata, ci vorranno anni, ma soprattutto i genitori speravano di salvarla dalle code interminabili e dall’umiliazione del sentirsi stranieri in casa propria.

N. in fondo è interessato alla cosa. Toglie le cuffie e parla con me. E’ in Italia da 12 anni, ma non vi è nato. Scherzano tra loro “Ma tu non sei italiano!”. Gli do’ un bigliettino di Glab e gli dico che sei vuole possiamo aiutarlo a fare domanda tramite la Prefettura.

Al ritorno “mi accompagnano” in via Dogana a G.lab, “sono due passi”, gli dico, cosi ne approfitto per mostrargli l’Informagiovani. Sulla strada ho l’occasione di rassicurare R. che potrà fare domanda tramite Prefettura, spiego le modalità sia a R. che N, gli lascio i moduli e i volantini che abbiamo creato ad hoc con tutte le info. Gli dico che li aspetto per ricontrollare insieme tutte le pratiche prima dell’invio.
E poi scherzo con loro “Approfittate di spedirla insieme, cosi vediamo chi fa prima” e N. “ Eh, si facciamo una gara” R. sorride ma la delusione è ancora tanta per non essere considerata italiana come J.

Sono usciti tutti contenti, non lavorano e non studiano. Vivere a Milano da 18enni non è affatto semplice.

Nel salone dell’Informagiovani arriva un signore di mezz’età. Ha inviato un sollecito con Medhin la settimana scorsa e ora vuole sapere come sta andando la sua pratica. Ha tutte le password con sé ma non sa usare il computer. Abbiamo buone notizie: il sollecito ha avuto esiti positivi: l’istruttoria è ora completa e cosi tra qualche mese dovrebbe arrivare la notifica del decreto.
Gli spieghiamo che da giugno il decreto arriva dal Comune e sarebbe inutile recarsi quindi in Prefettura.
L’italiano è stentato ma ha tutta l’aria di non lasciarsi abbattere. Ha 3 figli minori che presto diventeranno cittadini italiani.

Da Glab, prolissa e contenta,

Hielen

Autore:  Ezequiel [ 04 dic 2013, 19:34 ]
Oggetto del messaggio:  Re: 2 Ore a G.lab, racconto in pillole 4/12/2013

Grazie Hielen, per aver condiviso con noi questo lavoro.
Dalle tue parole si comprende la necessità, sempre, di informare ed informarsi. Il lavoro che Rete G2 sta facendo è prezioso e contribuisce a crescere cittadini consapevoli dei propri diritti e delle proprie possibilità.
Buon lavoro!

Autore:  paula [ 05 dic 2013, 16:14 ]
Oggetto del messaggio:  Re: 2 Ore a G.lab, racconto in pillole 4/12/2013

vite appese ad un filo, di speranza, amarezze, futuro (quello che si spera) e passato (quel che non è andato).
bene il papà che si èè mosso in tempo, così i figli non dovranno seguire calvario e rischio di essere respinti dal paese in cui si è cresciuti. grazie helly.

il breve racconto di una giornata di G.Lab di Rete G2 a Milano dimostra quanto le istituzioni devono e possono fare per sostenere i percorso di chi cresce in Italia per essere considerato un pari nei diritti ai propri coetanei. se oggi helly, come g.lab, non ci fosse stato, il percorso dei ragazzi sarebbe stato come quello di molti di noi: solitario, rabbioso e triste. senza nessuno che ti dia una mano con la burocrazia italiana potresti anche arrivare a pensare che non meriti essere parte della città/Paese dove sei cresciuto oppure che la tua città stessa non ti merita e restare per sempre sospeso fino a che non prendi una craniata di realtà/espulsione.

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