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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Cosa è la normalità?
MessaggioInviato: 24 giu 2008, 16:31 
G2 Integrato

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La normalità
Cosa è la normalità? E' un'operazione piuttosto ardua definire il concetto di normalità, esso cambia a seconda del contesto storico, in corrispondenza dei differenti canoni di riferimento e convenzioni insiti in noi. In generale, la normalità è tutto ciò che è rigido, statico: le tradizioni, gli usi e costumi, rapporto donna-uomo etc. La normalità non presenta caratteri innovativi ed è scevra di ogni originalità e creatività. La normalità non si autoinventa, né si confronta con l'altro. Essa è chiusa. Essa non esiste come entità ontologica, ma è solo la "voce della collettività nell' uomo", "l'istinto del gregge nel singolo". Essa è la manifestazione dei valori delle élites dominanti. Nell'analisi della normalità si attua sempre un riferimento ad un determinato dato certo, eppure quest'ultimo è facilmente crollabile. Se l'unica certezza della vita è che non esistono certezze, allora colui che sostiene di essere "normale" può mai portare la propria tesi fino in fondo?
Cosa è la normalità?
Nella società odierna essere normali è un grande valore, significa essere accettati dal gruppo. Ma come mai rappresenta una conquista? Bisogna obbligatoriamente omologarsi?
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 Oggetto del messaggio: Re: Cosa è la normalità?
MessaggioInviato: 25 giu 2008, 12:11 
Pds in rinnovo

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parliamo di certezza approssimata?

niente è certo in un contesto dinamico. ma staticamente fotografare la "normalità" vuol dire raccogliere i comportamenti "generici", e fare une regressione lineare definendo anche lo scostamento medio da questa regressione.

è possibile allora definire "normale" un comportamento in un dato momento, in un dato luogo, perche comunemente generico.

ovvio che non tutti saranno cosi, e che l'esistere di un'eccezione fa crollare il concetto di certezza. ma se è cosi, il discorso non avrebbe nemmeno senso di "essere cominciato". chi parla di "normalità" vuole descrivere l'aggregato "medio" che meglio descrive il comportamento "normale" della maggior parte delle persone, cercando di discostarsi il meno possibile da chi non aderisce perfettamente.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cosa è la normalità?
MessaggioInviato: 25 giu 2008, 20:35 
Clandestino
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Dipende...

Se cerchi la felicità accanto agli altri, é ovvio che dovrai seguire il loro criterio di normalità.
Se invece la tua felicità la cerchi dentro di te allora é ovvio che quelche ti fa star bene non sempre rientra negli standard degli altri.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cosa è la normalità?
MessaggioInviato: 27 giu 2008, 22:22 
G2 Integrato

Iscritto il: 27 mag 2008, 17:36
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jean ha scritto:
chi parla di "normalità" vuole descrivere l'aggregato "medio" che meglio descrive il comportamento "normale" della maggior parte delle persone, cercando di discostarsi il meno possibile da chi non aderisce perfettamente.

Perfettamente d'accordo!!!
Quindi è il fattore omologazione, conformismo è necessitante in questo processo?
Perchè si è "normali" solo seguendo il gruppo?
Dove è l'indentità personale?

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 Oggetto del messaggio: Re: Cosa è la normalità?
MessaggioInviato: 27 giu 2008, 22:29 
G2 Integrato

Iscritto il: 27 mag 2008, 17:36
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Cyber08 ha scritto:
Dipende...

Se cerchi la felicità accanto agli altri, é ovvio che dovrai seguire il loro criterio di normalità.
Se invece la tua felicità la cerchi dentro di te allora é ovvio che quelche ti fa star bene non sempre rientra negli standard degli altri.


Penso che tu abbia intordotto un'altra tematica piuttosto interessante. La felicità si acquista con la normalità?Come si può essere felici in un contesto in cui "Io" perde completamente il proprio valore?
"Se vuoi essere felice, cammina insieme al mondo", questo è il secondo punto della morale cartesiana, la quale è completamente arrendevole nei confronti della società. Incita al conformismo e a seguire il branco per poter realizzarsi, ma nel momento in cui tu non sei "nessuno", invisibile, rarefatto,potresti essere felice?

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 Oggetto del messaggio: Re: Cosa è la normalità?
MessaggioInviato: 27 giu 2008, 23:04 
Pds in rinnovo

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stella ha scritto:
jean ha scritto:
chi parla di "normalità" vuole descrivere l'aggregato "medio" che meglio descrive il comportamento "normale" della maggior parte delle persone, cercando di discostarsi il meno possibile da chi non aderisce perfettamente.

Perfettamente d'accordo!!!
Quindi è il fattore omologazione, conformismo è necessitante in questo processo?
Perchè si è "normali" solo seguendo il gruppo?
Dove è l'indentità personale?



la stessa "definizione" di normale.. implica una restrizione di ciò che è generico. dato che non può esistere un normale che prenda assieme tutti gli opposti...

avrebbe senso allora definire "normale" ciò che è di natura? (cioè tutto ed il contrario di tutto con tutto quello che c'è in mezzo?)

se vogliamo parlare di normalità è implicito che si voglia parlare di qualcuno "si" e qualcuno "no". dato che tutte le persone "sono" un mix di "variabili" diversamente combinato, in un periodo storico può prevalere un senso "violento" e quindi se guardiamo a ciò, è normale essere violenti, cosi quando si prende in considerazione l'analfabetismo, se la maggior parte delle persone lo è, in quel contesto è normale essere analfabeti.

in questi esempi si parla di "una variabile" alla volta... mase prendessimo più variabili contemporaneamente, potremo dire che tendenzialmente l'uomo "normale" o la donna normale.. sono... "genericamente definite" come...

ovvio che più variabili si prendono in considerazione e più diventa generico il "modello".

si può dire "la persona media.. normale... " guarda spesso la tv?
legge libri?
ascolta musica?

volta per volta prendere qualche parametro di riferimento.


ogni persona è "normale" in almeno uno dei criteri presi in considerazione.

siamo esseri umani e bene o male rispondiamo allo stesso modo ad alcuni stimoli, quindi "siamo normali se..."

l'omologazione tocca anch'essa "una parte" o alcune parti.. si omologa un aspetto che viene messo in luce.. viene sottolineato e reso essenziale.


accetteresti chi non è normale?
troveresti "interessante" piacevole, meritevole di attenzione chi non è "normale" per te?

normale come accettabile, tollerabile, ciò che non crea sfregio agli occhi seè visto, che non crea distorsione se sentito (un insulto o parole volgari per chi non le usa). normale all'interno di soggettività. un "senso comune" di normalità delimita ciò che "è dentro" da ciò che è fuori.

molte persone trovano in altri qualcosa di "diverso" di lievemente non normale...
se definiamo "la nostra normalità" in senso stretto, tutto ciò che si discosta è anormale per noi. in fin dei conti, nonostante molte persone non vivano perfettamente come noi, definiamo accettabile un modo di vivere e fare le cose differente dal nostro, che si discosta in parte da ciò che noi facciamo...

sitrova più dissonanza, nell'accettare... se la distanza tende ad aumentare.. diventa meno comprensibile.. sempre più difficile da capire... finche si tocca un bordo.
limite anch'esso soggettivo.

concludento normale è ciò che di volta in volta è tenuto in considerazione.
un senso generico di normalità, può essere fatto risalire alla medesima ragione per cui esiste l'agglomerato di persone, l'accettazione di differenze, tutto ciò che può essere fatto senza che vengano intaccate le basi del "vivere civile" o del vivere altrui. limite soggettivo che per esempio in questo periodo si sente "cambiato" (intolleranza nei confronti di qualcuno...), come se si volesse cambiare le premesse di fondo senza volerlo dire...


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 Oggetto del messaggio: Re: Cosa è la normalità?
MessaggioInviato: 27 giu 2008, 23:28 
Pds in rinnovo

Iscritto il: 26 mar 2008, 19:52
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Località: cernusco sul naviglio
stella ha scritto:
Cyber08 ha scritto:
Dipende...

Se cerchi la felicità accanto agli altri, é ovvio che dovrai seguire il loro criterio di normalità.
Se invece la tua felicità la cerchi dentro di te allora é ovvio che quelche ti fa star bene non sempre rientra negli standard degli altri.


Penso che tu abbia intordotto un'altra tematica piuttosto interessante. La felicità si acquista con la normalità?Come si può essere felici in un contesto in cui "Io" perde completamente il proprio valore?
"Se vuoi essere felice, cammina insieme al mondo", questo è il secondo punto della morale cartesiana, la quale è completamente arrendevole nei confronti della società. Incita al conformismo e a seguire il branco per poter realizzarsi, ma nel momento in cui tu non sei "nessuno", invisibile, rarefatto,potresti essere felice?



è possibile ottenere felicità dall'isolamento?

come diceva un mio professore.. il saggio che è sullamontagna isolato da tutti, non serve a nessuno.

se diciamo che la nostra felicità prende forma se in qualche modo ci rapportiamo con gli altri, definiamo essenziale in qualche modo un "contatto" con il resto del mondo, se diciamo invece che è possibili essere felici senza entrare inrapporto con nessuno, evviva.
che cosa crea felicità...
beh... cose di "breve periodo" e cose di "lungo periodo"... la propria stabilità è fonte di felicità, il sorriso di un bambino è fonte di felicità.

felicità interiore...
la felicità interiore di cui si parlava prima è indipendente dal resto del mondo?
credo proprio di no.. dato che noi viviamoperennemtente in rapporto con "il prossimo", possiamoimparare a "non arrabbiarci inutilemte".. " a stare più tranquilli se.." "a gioire delle belle cose, delle piccole cose..", blabla bla... tutte grandi cose che segnano "lafelicità dentro di te" dipendono dall'interazione di "noi" verso gli altri... se cambiassero le premesse esterne molto probabilmente chi ha trovato lasua "stabilità" tornerebbe instabile.

dipende da quanto una persona ha bisogno di "conferme" di ciò che è per essere felice.


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