Nelle ultime settimane mi sono imbattuto in una Delibera della Giunta Regionale del Veneto del 2005 (riprodotta ogni anno), che stabilisce che le Università e gli Esu-Ardsu "riservano (quale limite massimo) agli studenti extraUe iscritti per la prima volta al primo anno di tutti i corsi, esclusivamente il 3% delle risorse regionali destinate complessivamente alle matricole (italiane, Ue ed extraUe)"
Sono andato a chiedere chiarimenti al direttore dell'Ente che si occupa dell'erogazione dei servizi universitari ed è emerso che sembra che i cittadini stranieri tendano a fuggire con le borse di studio, per cui è necessario a suo dire limitare la fruizione delle borse di studio al primo anno di Università. Ho discusso la cosa anche con altre persone e sembra sempre che "siccome i cittadini stranieri sono più poveri degli italiani, dato che le famiglie sono più numerose e sono in grado di mantenersi con molto meno di una famiglia italiana, è giusto che ci sia un limite, se no c'è il rischio che le borse di studio siano assegnate tutte solo a loro". Ho cercato anche la normativa nazionale che regola il diritto allo studio, trovando un art. che stabilisce che "Gli studenti stranieri non appartenenti all'Unione europea accedono, a parità di trattamento con gli studenti italiani, ai servizi ed agli interventi per il diritto allo studio" e che "le regioni, le province autonome ecc. possono riservare una percentuale di posti in favore di studenti stranieri non appartenenti all'UE". A mio avviso l'intenzione della norma nazionale, stabilendo prima che gli studenti stranieri accedono a parità di trattamento con gli studenti italiani, è quella di dare la possibilità alle regioni di riservare un'ulteriore quota agli studenti stranieri, ma evidentemente la Regione Veneto ha interpretato a suo modo la costituzione e la legge nazionale. Quanto alle giustificazioni portate dalle varie persone con cui ho parlato, lascio a voi le conclusioni...
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