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MessaggioInviato: 23 giu 2008, 18:47 
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Esperti contro. Lula protesta

«Ecco i pericoli della direttiva Ue»

cpt.jpgNemmeno a Lula piace la direttiva europea sui rimpatri approvata mercoledì a Strasburgo. «È una decisione che contribuisce a creare una percezione negativa della migrazione», ammonisce il presidente del Brasile. E rivolgendosi alle istituzioni europee ricorda come il suo paese abbia «accolto milioni di immigrati che ora vivono pienamente integrati nella società». Non è l'unico, soprattutto in America Latina, a manifestare risentimento per la brutta aria che migranti e rifugiati sono costretti a respirare nel vecchio continente. Le reazioni di sdegno alla «direttiva della vergogna» infatti non accennano a placarsi, e provengono principalmente dalle organizzazioni nazionali e internazionali che lavorano per la tutela dei diritti umani. Ma quali sono esattamente i punti critici di questa legge quadro europea che ogni stato membro deve recepire entro luglio 2010? E le norme italiane, integrate eventualmente dall'intero pacchetto sicurezza, sono compatibili con questa direttiva? Abbiamo rivolto la domanda a tre esperti come Christopher Hein, direttore del Centro italiano per i rifugiati (Cir), Lorenzo Trucco, presidente dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), e Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell'Arci.
Tutti concordano nell'individuare due o tre punti particolarmente controversi negli standard minimi che l'Europa stabilisce anche per porre un limite alle legislazioni troppo repressive di alcuni stati membri. «Il primo problema - spiega Christopher Hein - è la possibilità di detenere per via amministrativa un cittadino straniero irregolare fino a 18 mesi. A ben guardare la direttiva stabilisce il limite fino a 6 mesi aggiungendo che solo in casi molto particolari si possa arrivare a un anno e mezzo, ma lascia completa discrezionalità agli stati». L'Italia, d'altra parte, nelle norme riguardanti il «pacchetto sicurezza» inserite nel ddl, ha già adottato quel limite citando l'eventualità che lo straniero non fornisca alle autorità documenti validi. Un caso niente affatto raro: si può facilmente immaginare che nessuno dei disperati naviganti sulle carrette del mare sia in possesso di un passaporto nuovo fiammante. «Ma 18 mesi sono davvero troppi per identificare una persona - aggiunge Filippo Miraglia - tutti quelli che seguono la detenzione amministrativa in Europa sono concordi nel dire che occorrono al massimo 20 giorni, non più di una settimana per la fotosegnalazione e il rilievo delle impronte digitali. Tutti sanno che se l'espulsione non avviene in 20 giorni significa che gli stati d'origine o di transito non intendono collaborare per riaccogliere i migranti». Tanto per fare anche due conti, Miraglia fa notare che, con un tempo massimo di detenzione di 60 giorni come prevede attualmente la legge italiana, «ogni espulsione costa, solo per le spese di gestione dei Cpt, circa 15 mila euro». Ed è per questo, o «per la mancanza di aerei - spiega Lorenzo Trucco - l'Italia non ha mai rimpatriato oltre il 40-44% dei detenuti nei Cpt». «Di positivo però nella direttiva - continua il presidente dell'Asgi - c'è la possibilità di rientro volontario non prevista invece dalla legge italiana, una forma senz'altro meno lacerante e che evita il divieto di reingresso in Europa per 5 anni, un limite davvero troppo alto posto dalla direttiva Ue» e che, secondo Miraglia, «stigmatizza gli immigrati illegali e li trasforma in criminali da escludere». L'Europa ha perfino bocciato la garanzia del patrocinio legale gratuito, sia per la detenzione che per l'espulsione.
Un altro punto, il più odioso e condannato, è l'estensione della detenzione amministrativa e dell'espulsione - verso il paese d'origine o quello di transito - anche ai minori, accompagnati e non. «Questo finora in Italia non è possibile e nemmeno il pacchetto sicurezza lo prevede», sottolinea Hein. Una norma pericolosissima, che «mette in discussione l'articolo 3 della Costituzione considerando i minori stranieri diversi da quelli italiani», fa notare Miraglia. «Non credo perciò che potrebbe mai essere applicata nel nostro paese - sostiene Trucco - anche perché violerebbe la Convenzione internazionale del fanciullo siglata a New York nel 1989». E non solo: secondo l'Arci, «nel caso venisse applicata questa norma contro i minori si potrebbe fare ricorso alla corte di Strasburgo perché tradirebbe lo stesso trattato di Lisbona che ha inglobato la Carta europea dei diritti umani di Nizza».
Ma, conclude Miraglia, «accanto agli elementi concreti c'è un fattore culturale: l'Europa, che non è riuscita a darsi una legge comune sugli ingressi e sul soggiorno degli stranieri, ha trovato invece un unico accordo, solo sul piano repressivo delle sanzioni. Soprattutto per questo, per come è stata pensata e presentata, questa direttiva è una forma di razzismo istituzionale che viene dalla più alta sede della democrazia europea». «Attenzione - ammonisce infine Trucco - perché una volta incrinato il sistema, violati i principi, introdotta una deroga ai diritti, è difficilissimo riparare. Oggi, nei confronti del migrante, mi sembra che si stia autorizzando un diritto speciale». Per tutti, è davvero una pagina buia.


Eleonora Martini

tratto da Il Manifesto del 20 giugno 2008

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Strasburgo: passa la direttiva rimpatri

Dopo quasi tre anni di negoziati l'Unione europea ha fissato finalmente regole comuni per quanto riguarda la lotta all'immigrazione clandestina. La direttiva sui rimpatri degli immigrati clandestini è stata approvata, con 369 voti favorevoli, 197 contrari e 106 astensioni, in prima lettura, scongiurando lo scenario di altri tre anni di discussioni. Dopo l'imprimatur formale dei ministri degli Interni in luglio ci saranno due anni di tempo per trasporla nei 27 ordinamenti nazionali. la permanenza nei Cpt sarà possibile fino ad un massimo di 18 mesi e ci sarà divieto di rientro per cinque anni dopo l'espulsione.

LA NORMATIVA:

-DIRETTIVA COMUNE:
La direttiva approvata ieri con 369 voti favorevoli e 197 contrari riguarda le norme per il rimpatrio dei cittadini extracomunitari clandestini unficate per tutti i Paesi dell'Unione europea.

-RIMPATRIO VOLONTARIO:
Innanzitutto la normativa prevede di dare la priorità ai rimpatri volontari dei clandestini, in particolare ''entro 7-30 giorni'' dall'arresto.

-DETENZIONE:
Per gli immigrati clandestini, la normativa prevede una detenzione di sei mesi, periodo che può essere prorogabile fino a un totale di 18 mesi nel caso sussista il ''rischio di fuga'' o di rifiuto dell'espulsione.

-DIVIETO DI RIAMMISSIONE PER 5 ANNI:
Per i respinti è previsto il divieto di riammissione nell'Unione per 5 anni.

-MINORI:
I minori, accompagnati o meno, potranno essere rinchiusi nei centri di detenzione. La direttiva chiede agli Stati di tenere conto ''dell'interesse principale del bambino'', ma autorizza l'espulsione dei minori non accompagnati verso Paesi dove siano presenti ''strutture d'accoglienza adeguate''.

-PATROCINIO LEGALE GRATUITO:
Previsti la possibilità di accesso ai centri di detenzione da parte delle organizzazioni non governative, il ricorso contro l'espulsione e il diritto dei clandestini al patrocinio legale gratuito.

(Da ''Libero'' del 19 giugno 2008)

LEGISLAZIONI A CONFRONTO*:
(Periodo massimo di detenzione nei Centri di permanenza temporanea)

-GIORNI:
-Francia: 32
-Cipro: 32
-Italia: 40
-Spagna: 40
-Irlanda 56
-MESI:
-Portogallo: 2
-Grecia: 3
-Lussemburgo: 3
-Slovenia: 6
-Slovacchia: 6
-Repubblica Ceca: 6
-Ungheria: 6
-Romania: 6
-Belgio: 8
-Austria 10
-Polonia: 12
-Germania: 18
-Malta: 18
-Lettonia: 20
-Danimarca: illimitato
-Estonia: illimitato
-Finlandia: illimitato
-Lituania: illimitato
-Olanda: illimitato
-Gran Bretagna: illimitato
-Svezia: illimitato
-NUOVO LIMITE DELL'UNIONE EUROPEA: 18 MESI

*Dato non disponibile per la Bulgaria

(Da ''Il Sole-24 Ore'' del 19 giugno 2008)

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