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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Razzismo all'italiana..
MessaggioInviato: 19 giu 2008, 13:37 
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Questo articolo è della repubblica di domenica scorsa:

Repubblica — 15 giugno 2008 pagina 7 sezione: BOLOGNA
«VI PREGO, aiutatemi. Un uomo su quel treno, uno vestito come voi, ha buttato giù la mia valigia, mi ha strappato il biglietto dalle mani e mi ha urlato "sporca negra, siete degli schifosi". Ha detto anche che "quelli come noi devono tornare tutti in Africa e che adesso ci pensa Berlusconi". Il permesso di soggiorno? Certo che ce l' ho, eccolo qui. E anche i biglietti. Ne ho addirittura due, sul treno lo sanno benissimo». E' stato uno sfogo doloroso e sofferto quello della ragazza del Ghana di 35 anni che il 14 maggio scorso si è rivolta così agli agenti della Polizia Ferroviaria di Reggio Emilia e ai ferrovieri per chiedere aiuto contro un altro uomo con la divisa di Trenitalia, un capotreno che contro di lei ha pronunciato frasi ingiuriose, epiteti razzisti, insulti. Il capotreno, 55 anni, abita in provincia di Bologna e ora è nei guai fino al collo. Sul suo conto una doppia inchiesta: quella della Procura di Parma, dove c' è una denuncia per abuso d' ufficio, violenza privata, danneggiamento, ingiurie e percosse, e una, interna, delle Ferrovie. Rischia il licenziamento, se quanto è avvenuto sarà confermato. Questi i fatti, così come li hanno ricostruiti gli investigatori della Polfer ai quali s' è rivolta la donna. Il 14 maggio scorso la ragazza è salita sull' Espresso "1920" per venire a fare una visita ai parenti. Aveva ben due biglietti, il primo l' aveva acquistato ad una macchinetta e quando s' è accorta di aver digitato la data del giorno successivo l' ha subito fatto presente a bordo. Il treno si è fermato a Reggio Emilia a mezzogiorno, è un convoglio di sole cuccette, sul quale, a Reggio, non si può salire. Al massimo, scendere. Ed è ciò che il capotreno ha preteso. «Controllo biglietti». La ragazza, temendo che il treno partisse da un momento all' altro, gli ha detto di venire su e di controllarlo con calma. E qui è successo l' incredibile, tanto che altri colleghi del capotreno, di fronte alla rabbia e agli insulti razzisti, si sono schierati dalla parte della donna. Lui è balzato in vettura, ha scaraventato la valigia della ragazza da un finestrino, danneggiandola, poi l' ha presa a spintoni, le ha letteralmente strappato di mano il biglietto, e infine l' affondo razzista. «Sporca negra, schifosi, adesso ci pensa il governo-Berlusconi con quelli come voi». Frasi ascoltate anche da una testimone, rintracciata dalla Polfer e presa a verbale. La donna, molto turbata e con un livido a una caviglia rimediato nella zuffa, una volta a Parma ha raccontato tutto alla Polizia ed è scattata l' inchiesta, poi i primi riscontri, e infine la denuncia per il capotreno, che ha cercato di difendersi sostenendo che «era stata lei a dare in escandescenze». Trenitalia, che pure era a conoscenza di quanto è accaduto grazie al rapporto di altri due dipendenti, ha avviato l' inchiesta interna, ma solo ieri ha preso posizione ufficialmente. A un mese dai fatti, e su richiesta della stampa. «L' episodio è a conoscenza dell' ufficio gestione del personale in base a una segnalazione pervenuta da altro personale ferroviario in servizio sullo stesso treno. E' stata avviata un' inchiesta interna per appurare l' esatta dinamica dei fatti e dai risultati dipenderanno eventuali provvedimenti disciplinari, come prevede il contratto collettivo nazionale: si va dalle sanzioni al licenziamento». Il capotreno è stato invitato a presentarsi e presto dovrà difendersi. «Al momento - informano le Ferrovie - non è stato ricevuto alcun atto ufficiale, come una denuncia della signora o della Polfer. Ma se ci saranno nuovi elementi, potranno condizionare l' esito dell' inchiesta interna». - Mi spintonava e urlava sporca negra di CARLO GULOTTA

Come sappiamo non è la prima volta che succedono questi EPISODI ne sarà l'ultima.
ma la cosa ancora più interessante è che dandomi un 'occhiata al resto degli articoli della repubblica mi sono reso conto che questo stigma va anche di moda! ce ne sarebbero di tutti i colori (tanto per restare in tema) ma un'articolo in particolare mi ha colpito:

Repubblica — 10 marzo 1998 pagina 23 sezione: CRONACA
GENOVA - La ragazza che spinge la carrozzella e cammina col telefonino all' orecchio è giovane e carina. Però ha la pelle nera, troppo nera. E' un' africana. Meglio - anzi, peggio -, è una "negra". Perché è così che la chiama lo sconosciuto che all' improvviso l' affronta sulla passeggiata Anita Garibaldi di Nervi e cerca di strapparle di mano il cellulare. La ragazza protesta in un italiano stentato, quello dice di "non fare storie, perché sono un finanziere e ti faccio arrestare". Inutile chiedere di mostrarle un tesserino di riconoscimento, l' altro insiste e minaccia: "Voi negri siete tutti uguali, tutti ladri: non ti conviene fare la furba, altrimenti chiamo i miei colleghi dell' ufficio stranieri e finisce che ti rimandano a casa tua". Invece finisce che la ragazza chiama i carabinieri della vicina stazione, il maresciallo Francesco Carleo ferma lo sconosciuto - che naturalmente non è un finanziere ma un balordo dell' entroterra, venuto a trascorrere la domenica in Riviera - e lo denunciano per "usurpazione di titolo ed onore". La bella ragazza nera con le lunghe treccine è una diciannovenne di Dakar, studentessa di giurisprudenza. Si chiama Kine ed è la moglie di Oumar Dieng, il difensore senegalese che gioca nella Sampdoria, idolo dei tifosi genovesi. La famiglia Dieng abita in un' elegante palazzina vicino alla passeggiata a mare di Nervi. Domenica pomeriggio Oumar era impegnato a San Siro con il Milan, mamma Kine aveva approfittato della splendida giornata di sole per uscire con il suo bimbo, nato pochi mesi fa. "Una brutta esperienza", racconta, ma si rifiuta di parlare di razzismo. Ed il giorno dopo Oumar spiega, con una largo sorriso: "Io e mia moglie non vogliamo parlare di razzismo. Sarebbe troppo facile, troppo stupido. I miei genitori mi hanno insegnato a rispettare tutti, e a lasciar perdere le questioni legate al colore della pelle. Quell' uomo che l' ha aggredita è solo un ladro, oppure un pazzo". Un pazzo? "Un ignorante, chiamatelo come volete. Ha visto che mia moglie era africana, che non parlava bene l' italiano: ha pensato solo di metterle paura, minacciandola. Ma mia moglie va all' università, è una donna intelligente e conosce bene la legge: se vi sembra strano, allora quelli con i pregiudizi siete voi. Non siamo indignati e tantomeno preoccupati: io mi preoccuperei di più per quello là". Il razzismo non esiste, neppure quando fuori Genova tocchi la palla e tutto lo stadio fa il verso della scimmia? "Ma guarda che quel buh-buh, oppure quando ti urlano negro, non è mica una cosa brutta: io ci rido sopra, lo fanno solo per impressionarti. Quando sono finiti i novanta minuti la pelle non ha più importanza". A Nervi la famiglia Dieng è stata "adottata" dall' intero quartiere. "Qui ci vogliono bene. E i tifosi delle squadre avversarie, quell' uomo che ha aggredito Kine: non sono razzisti, no. Cercano solo di metterti in soggezione. Ma io non ci casco, e non ci dovete cascare nemmeno voi". - Negra, dammi quel telefonino tu l' hai sicuramente rubato di MASSIMO CALANDRI

Non so voi ma io ho notato che c'è sempre la tendenza all'assoluzione. addirittura certe volte ad autoassolversi, o semplicemente a minimizzare la gravità di questi fatti.. in fin dei conti è capitato alla stessa moglie del presidente Napolitano di definire Naomi Campbell una Negra. accadde nel "lontano" dicembre del 2006 ma noto che le testate giornalistiche e non solo soffrono di amnesia.. la notizia infatti è sparita dagli archivi, è rimasta solo nei blog.. ma abbiamo veramente così poca memoria? :shock:
mi piacerebbe poter credere che non è cosi.
a seguire.. :|

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Alphius


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