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Le seconde generazioni nella letteratura italiana
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Autore:  j@strasmigrante [ 19 dic 2010, 20:42 ]
Oggetto del messaggio:  Le seconde generazioni nella letteratura italiana

Italo Svevo, una "seconda generazione", figlio di una "coppia mista" italo-tedesca?
Nato a Trieste, nel 1861 (città che allora faceva parte dell'impero Austro-Ungarico) e vissuto fino al 1920 (firma del Trattato di Rapallo e passaggio di Trieste all'Italia) con cittadinanza austriaca.
L'italiano era la sua seconda lingua, il triestino sua lingua madre ed il tedesco la lingua degli studi e degli affari. Però scriveva in italiano, o meglio, in toscano.
Pertanto in via della lingua da lui utilizzata nella sua arte viene egli definito un italiano?
O perché egli stesso avesse eletto l'Italia sua patria, pur essendo nato in "terra straniera", patria di sua madre, ed avendo studiato nella patria del padre?
O piuttosto, scegliendosi il nome Italo-Svevo egli non abbia voluto marcare proprio la sua doppia appartenenza, e quindi rifiutare la scelta fra l'una o l'altra e tutte le altre sue patrie reali o possibli?
Se così è, egli confermerebbe il mio pensiero per cui la casa è quella che uno si sceglie, ereditando con essa le sue chiavi: la cittadinanza.

Cita:
Italo Svevo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Hector Schmitz nasce, quinto di otto figli, il 19 dicembre 1861 a Trieste in via dell'Acquedotto n. 10 da una famiglia di origine ebraica benestante, proveniente dalla Germania, il padre Franz Schmitz (Franz Schmitz, 1829-92), commerciante di vetrami, la madre, italiana, Allegra Moravia (1832-95).

Nel 1874, viene mandato dal padre a vivere e a studiare, assieme ai due fratelli Adolfo ed Elio, al collegio di Segnitz, in Baviera, dove studia il tedesco e altre materie utili per l'attività commerciale. La sua formazione avviene quindi in un ambiente linguistico prettamente tedesco (benché egli parli correntemente l'italiano sin da bambino), elemento che influenzerà profondamente il suo stile letterario (portandolo a caratteristiche forzature stilistiche, spesso criticate da taluni esponenti dell'ambiente letterario italiano). La biculturalità sarà un elemento importante nella vita dello scrittore, che egli tuttavia (a differenza di molti letterati risorgimentali) non vivrà mai in modo conflittuale o doloroso, ma sempre in armonia, sottolineando anzi la propria doppia culturalità nella scelta dello pseudonimo Italo Svevo.


Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Italo_Svevo

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