Samira, resterai sempre una di noi…

Questa mattina è morta Alessandra Samira Mangoud, la nostra Samira. Una cara amica, una donna in gamba e forte come poche persone al mondo. Che ha lottato sempre per dire cosa non andava in questo Paese che non sa guardare alle seconde generazioni come a propri figli. Una ragazza che è morta da straniera, perché la cittadinanza italiana non le era mai stata riconosciuta, anche se era nata e cresciuta a Roma. Il suo caso di negazione di diritti aveva portato alla fondazione dell’ Osservatorio nazionale G2 per monitorare e segnalare i casi di discriminazione verso i figli dell’immigrazione cresciuti in Italia.
 
Samira era una di noi… E le volevamo bene. 
 
Alcuni G2 di Roma resteranno vicino alla sua mamma mentre altri parteciperanno insieme ai G2 delle altre città ad una iniziativa a Mantova nelle scuole. Perché uno dei modi migliori per dire addio a Samira è anche facendo qualcosa tutti insieme, ricordandola anche attraverso gesti simbolici e proseguendo il cammino che lei aveva cominciato con noi, nella Rete G2, fin dal primo workshop nazionale, a Roma, nel 2006. 

Samira, resterai sempre una di noi…

Rete G2 – Seconde Generazioni

Newletter G2 / Febbraio 2009: dal Manifesto 09 alle prossime iniziative

Newsletter G2 / Febbraio 2009
a cura della Rete G2, organizzazione nazionale di figli/e di immigrati

Manifesto per il 2009
Le attività di quest’anno della Rete nazionale G2 – Seconde Generazioni seguono i principi, teorie e pratiche stabiliti nel Manifesto G2 per il 2009, votato in assemblea all’ultimo Workshop nazionale della nostra organizzazione:
www.secondegenerazioni.it/g2-nel-2009/

G2 incontra il presidente della Camera
Prosegue nel nuovo anno l’impegno della Rete G2 per la riforma della legge sulla cittadinanza italiana perché sia più aperta verso i figli dell’immigrazione, cresciuti in Italia. Per questo la Rete G2, dopo un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha inviato una lettera al presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, e lo ha incontrato il 20 gennaio per presentargli i casi più significativi di ostacoli affrontati dalle seconde generazioni, raccolti nell’Osservatorio nazionale G2:            
www.secondegenerazioni.it/forum/viewtopic.php?f=23&t=1795

G2 a scuola
1. Nel rispetto del Manifesto per il 2009 la Rete G2 ha deciso di investire gran parte delle proprie energie nel mondo della scuola, dove sta crescendo una nuova generazione, a cominciare da tre Regioni: Lombardia, Toscana e Lazio. Iniziano infatti a febbraio gli incontri della Rete G2 rivolti a tutte le scuole superiori di Arezzo all’interno del progetto “Seconde Generazioni. Figli di immigrati ieri, Cittadini italiani oggi”, finanziato dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, e che si svolgeranno lungo tutto l’anno:
www.secondegenerazioni.it/forum/viewtopic.php?f=23&t=1767

2. Si terrà la mattina del 21 febbraio a Mantova “G2: comunicando si impara”, titolo dei laboratori della Rete G2 che coinvolgeranno 4 scuole superiori. A questa iniziativa seguirà il Meeting pomeridiano “Seconde generazioni On air: web, radio, tv, giornali, fotoromanzi e musica per chi é sintonizzato sull’Italia che cambia”, dove sono state chiamate a partecipare anche realtà come AssoCina.com, la redazione locale di Smarties e la bolognese Crossing Tv. L’intera giornata è organizzata dalla Rete G2 in collaborazione con il Centro per l’educazione interculturale della Provincia di Mantova:        
www.secondegenerazioni.it/forum/viewtopic.php?f=23&t=1819 

3. Infine la Rete G2 ha inaugurato il Forum di discussione “G2 per le scuole” interamente rivolto a studenti e insegnanti, con progetti, iniziative, riflessioni e curiosità per continuare a crescere insieme:
www.secondegenerazioni.it/forum/viewtopic.php?f=23&t=1835

Altre iniziative
1. L’11 febbraio la Rete G2 inaugurerà a Torino il ciclo di incontri “Diritti al punto” dove parlerà della propria mission per la modifica della legge per l’accesso alla cittadinanza italiana. L’iniziativa è organizzata dal Centro Interculturale della città di Torino in collaborazione con l’associazione Nausicaa:
www.secondegenerazioni.it/forum/viewtopic.php?f=23&t=1781

2. Dal 13 al 15 marzo la Rete G2 parteciperà con un proprio stand alla Fiera del consumo critico “Fà la cosa giusta” di Milano, organizzata dalla onlus Insieme nelle terre di mezzo e dal giornale Terre di mezzo presso Fieramilanocity:
www.secondegenerazioni.it/forum/viewtopic.php?f=23&t=1820

Sul web
Vi invitiamo ad ascoltare direttamente i brani musicali del cd promosso nel 2008 dalla Rete G2 “Straniero a chi? Tracce e parole dei figli dell’immigrazione” su www.myspace.com/reteg2secondegenerazioni e a vistarci su G2@facebook, raggiungibile dalla home del nostro sito www.secondegenerazioni.it (a destra).

Saluti

Rete G2 Seconde Generazioni
www.secondegenerazioni.it

30 dicembre: Aperitivo G2 per brindare al 2009

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Martedì 30 dicembre 08 la Rete G2
organizza un aperitivo G2 aperto
per brindare insieme al Nuovo Anno
“con un giorno d’anticipo”.

Appuntamento dalle ore 19
del 30 dicembre
al Good Caffé
in Via Santa Dorotea 8/9
(zona Trastevere, dietro P. Trilussa)

Verranno proiettati i video G2
e selezioni musicali
Dj Set Mike Samaniego

Vi aspettiamo numerosi!
Rete G2 – Seconde Generazioni

G2 dentro le Istituzioni

G2 dentro le Istituzioni

Lettera della Rete G2 al Presidente della Repubblica in occasione della celebrazione Dichiarazione universale Diritti umani

Lettera della Rete G2 al Presidente della Repubblica

“Per noi è importante una riforma della legge sulla cittadinanza e vogliamo incontrarLa, Presidente, per parlarne con Lei

L’occasione è la celebrazione della Dichiarazione dei Diritti umani

10 Dicembre 2008 – Oggi, in occasione della Giornata di celebrazione della Dichiarazione universale dei Diritti umani, la Rete G2 – Secondege Generazioni ha inviato una lettera al Presidente dell aRepubblcia Giorgio Napolitano. “Caro Preseidente noi figli di immigrati siamo cresiuti, molti di noi è anche nati in Italia, eppure veniamo percepiti come stranieri e incontriamo molti ostacoli perchè ci vengano riconosciuti gli stessi diritti dei nostri coetani, amici e fratelli di origine italiana, compagni di una vita. Vale anche quando si cerca di dividerci in classi integralmente separate dai nostri coetani per garantirci il banco degli stranieri per sempre o quando costruiscono su di noi scenari di malesseri sociali riconducibili ad altri Paesi”.
La Rete G2 si concentra in particolare sulla legge riguardante la cittadinanza italiana (l.91/92) e chiede che “venga modificata e resa più aperta nei confronti dei figli di immigrati cresciuti in Italia, che sono parte di questo paese” dice Mohamed Tailmoun, portavoce della Rete G2. “Cerchiamo di ribadire ogni giorno, in ogni attimo della nostra vita il diritto ad essere riconosciuti cittadini e non degli italiani col permesso di soggiorno” si legge ancora nella  lettera della Rete G2. Le chiediamo inoltre di poterLa incontrare nuovamente per presentarLe il lavoro realizzato fin qui, a cominciare dai casi più significativi di ostacoli incontrati da figli di immigrati segnalati nel nostro Osservatorio G2. E’ il nostro modo di chiedere e pretendere quella libertà di essere italiani a tutti gli effetti, nei diritti e nei doveri, anche se abbiamo volti e origini diversi dagli altri. Con stima e affetto,  le ragazze e i ragazzi della Rete G2 – Seconde Generazioni” conclude la lettera.

Per leggere integralmente la lettera inviata al Presidente Napolitano

A Milano si è svolto nel fine settimana il terzo Workshop nazionale della Rete G2

A Milano il 22 e 23 novembre 2008 si è svolto il terzo Workshop nazionale organizzato dalla Rete G2 – Seconde Generazioni. Per l’edizione di quest’anno si è scelto di privilegiare la partecipazione dei membri più operativi di G2 per dibattere dei contenuti generali della Rete, dalla sua mission di riforma della legge sulla cittadinanza italiana (l. 91 del 1992) alla critica di classi interamente separate, oltre al suo metodo di partecipazione diretta e di condivisione orizzontale di decisioni e attività. Nelle edizioni precedenti erano state privilegiate la formula di confronto della Rete G2 con alcuni esperti (avvocati e sociologi) come nel caso del primo Ws nazionale G2 06; o di incontro con altre due organizzazioni nazionali di figli di immigrati (Gmi e Associna), nel corso del Ws nazionale G2 07.  

La scelta di Milano per il 2008 era guidata innanzitutto dalla volontà di non dimenticare la morte del figlio di immigrati Abdoul Guiebre, Abba, ucciso il 14 settembre proprio nel capoluogo lombardo, omicidio che è stato ricordato nel corso dell’incontro di G2. Milano scelta come scenario del Ws G2 2008 anche in quanto territorio privilegiato di produzione di uno dei principali strumenti di comunicazione della Rete G2: lo spazio radiofonico “OndeG2”, in onda sulle frequenze di Popolare network. 

Nella città si sono confrontati per due giorni i membri più attivi della Rete provenienti da diverse città d’Italia o attivi proprio a Milano, riuniti in forma assembleare per tracciare insieme le linee guida che orienteranno il lavoro e le nuove iniziative di tutta la Rete G2 per l’anno 2009.

 Rete G2 – Seconde Generazioni

Testo lettera da elaborare per inviare al Presidente della Repubblica

La lettera a seguire è stata pensata dopo l’invito da parte del Quirinale alla Rete G2 per l’evento del 13 novembre 2008 “Nuovi cittadini”. La Rete G2 ha preso parte all’iniziativa, onorata dell’invito, ed ha elaborato una lettera rivolta al Presidente Giorgio Napolitano che riguarda un problema centrale per i figli dell’immigrazione cresciuti in Italia: la riforma della legge sulla cittadinaza italiana perché sia più aperta nei confronti delle seconde generazioni. Si tratta di una prima stesura sulla quale la Rete G2 si impegna a lavorare attingendo ai diversi territori dove è presente, per questo ne da informazione tramite il proprio blog, con l’obiettivo finale di consegnarla direttamente nelle mani del Presidente, fondamentale garante dei valori della Costituzione italiana. Anche per dare seguito ad un’analoga iniziativa della Rete G2 realizzata un anno fa, durante la Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia.

<<Caro Presidente, La ringraziamo dell’invito per l’evento “Nuovi cittadini” al quale abbiamo partecipato la mattina del 13 novembre e che ci ha ricordato un altro evento al quale eravamo stati invitati e che per noi aveva rappresentato un’occasione di grande importanza. Era il 20 novembre dell’anno scorso quando,  in occasione della Giornata Nazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza,  ci siamo incontrati per la prima volta.  In quel giorno Lei ha colto quel messaggio che ad alta voce cercavamo e cerchiamo di ribadire ogni giorno, in ogni attimo della nostra vita: il diritto ad essere riconosciuti cittadini del nostro Paese. Da quel dì poco e niente è cambiato, anzi, o il silenzio ricomincia a calare o altre questioni ne strumentalizzano l’attenzione.
Molti dei nostri fratelli di origine straniera sarebbero italiani se la legge per l’acquisizione della cittadinanza italiana li riconoscesse, e non  lo sarebbero per concessione Presidente, ma per diritto, perchè nati o cresciuti in Italia sin da bambini. Perchè noi siamo qui da sempre Presidente, e non può essere la regola del sangue come vuole la legge che qualcuno nel 1992 scelse per noi (legge n. 91/92) a definirci.  Ci chiediamo continuamente: chi meglio del suolo, del vissuto, può essere criterio per fare di un uomo o di una donna un cittadino? Eppure certe domande non trovano ancora risposta.
Siamo nati qui e vissuti qui eppure veniamo percepiti come stranieri. Vale per oggi ma la per il domani, quando ci dimostrano che la nostra condizione vuole essere perpetuata e rafforzata anche domani, cercando di dividerci in classi separate dai nostri coetanei per garantirci il banco degli stranieri per sempre o quando costruiscono su di noi scenari di malesseri sociali riconducibili  ad altri Paesi.
Con questo ennesimo appello, in occasione della celebrazione della Giornata dedicata ai nuovi cittadini italiani, auspichiamo una maggiore attenzione alla questione dei figli d’immigrati; oggi ancor più a quelli che si ritrovano senza cittadinanza dopo i 18 anni perchè non nati in Italia, seppur cresciuti,  perchè per loro non c’è alcun percorso ad hoc. Come Lei sa, la nostra Rete tenta di unire e organizzare figli d’immigrati nati in italia ma anche cresciuti sin da minorenni. Oggi siamo tornati al suo cospetto per chiedere e pretendere quella libertà  di  essere italiani a tutti gli effetti anche se abbiamo volti diversi dagli altri.>>

Il potere dell’informazione, ovvero come convertire il tuo permesso di soggiorno per motivi di studio – parte pratica

Torno sull’argomento per aiutare con la mia personale esperienza di conversione altri che sono messi pressappoco come il sottoscritto.

Dunque, una volta fatta domanda sul sito del Ministero dell’Interno -dopo essersi oppurtunatamente registrati e installato il programma-, bisogna attendere, ma si può benissimo dare un’occhiata di tanto in tanto sul sito http://domanda.nullaostalavoro.interno.it/ , con la propria login e la propria password e vedere a che punto sta la pratica.

Fatto sta che io ho fatto domanda tramite web, compilando con i dati del contratto di soggiorno che avevo in mano dall’azienda in cui venivo assunto, a metà luglio e ho avuto convocazione presso la Prefettura di Roma verso fine settembre. La mia preoccupazione poteva essere: mi manca un esame per laurearmi, potrebbero farmi problemi nei dire che io sono sì laureato -diploma di laurea-, ma ti rifiutiamo la conversione perchè dovevi fare richiesta l’anno stesso in cui hai preso la laurea tirennale. Per fortuna ciò non è successo e non so quanto influisca il tipo di contratto di lavoro per cui vieni assunto -nel mio caso contratto a tempo indeterminato- sulla riuscita e tempestività della convocazione.

Una volta convocato, mi hanno controllato i dati immessi nel modulo digitale, l’hanno stampato e me ne hanno dato una copia timbrata dal sigillo della Prefettura. Inoltre mi è stato “validato” il contratto di soggiorno che avevo sottoscritto con l’azienda. Una volta finito questo, c’è la solita procedura alla amatissime Poste italiane: compili i moduli e spedisci tutto. Per sicurezza ho spedito solo le copie di tutti i documenti. Un po’ di panico viene perchè nei moduli distribuiti dentro le buste delle Poste, non esistono le istruzioni per la conversione del permesso di soggiorno per motivi di studio in motivi di lavoro! C’è solo scritto come compilare nel caso di conversione da altri motivi a motivi familiari…Personalmente ho compilato seguendo le istruzioni un po’ a caso: come motivo ho messo conversione da altri motivi a motivi familiari, mentre per il resto ho compilato come se dovessi rinnovare un permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato.

Tutto sommato mi va bene. Anzi, mi va una meraviglia. Dopo due settimane dalla data di spedizione -3 ottobre- controllo su portale immigrazione e vedo che mi hanno convocato per la rilevazione delle impronte…il 27 ottobre! Porca paletta, quando non ti servono celeri sono più veloci della luce… Fatto sta che c’era scritto che dovevo integrare la pratica con altra documentazione riguardante proprio la conversione da altri motivi a motivi familiari.

Appena ritiro il permesso di soggiorno per lavoro mi metto in moto per la carta di soggiorno. Lasciatemelo dire, minchia, sono 18 anni che sono in Italia, e guarda che me tocca fa’ per non diventare fuorilegge.

E’ un mese che è morto Abba. Lettera per non dimenticare

E’ trascorso un mese dalla morte di Abdul Guiebre, chiamato familiarmente Abba anche da noi della Rete G2. Abbiamo partecipato insieme alla manifestazione di Milano del 20 settembre per gridare che Abba non doveva morire, abbiamo lanciato collettivamente, decidendolo insieme, il gesto di lasciare pacchi di biscotti davanti al negozio dei responsabili della morte di un giovane italiano “che sembra straniero/estraneo”, perché nessuno deve morire per una manciata di dolci, tantomeno un figlio di questo Paese, qui cresciuto. Pubblichiamo a seguire una lettera di Gioia, membro della Rete G2, una lettera che ha toccato nel profondo molti, scritta all’indomani della morte di Abba e che abbiamo consegnato ai familiari e lasciato sul luogo dove è morto un ragazzo che doveva avere tutto un futuro davanti.

Per non dimenticare.

Dal Forum G2:

Abdul uno di noi
Non riesco a fermare le lacrime. I sentimenti sono tanti e confusi, ma due sovrastano gli altri: rabbia e paura.
Il mio più grande timore si realizza: si è persa la vergogna del razzismo e della violenza, la caccia al diverso è aperta.
Ieri mattina Abdul faceva ciò che spesso mi capita di fare dopo una notte in giro con gli amici a ballare, parlare, girare, perdersi: fare colazione.
Da quando il governo è cambiato ho sempre più spesso quella pesante sensazione, quella di essere guardata a vista, additata, mi si piegano le gambe a passare davanti a gruppi di italiani appostati davanti al bar, nella metropolitanta, sull’autobus.
Io Gioia, cittadina italiana, ho paura degli altri cittadini italiani, quelli non così colorati come me.
Da oggi però basta ipocrisie, che sia chiaro a tutti: per essere veri cittadini italiani di prima classe, bisogna avere la pelle bianca, o almeno non troppo colorata.
Quello che più mi addolora in tutto questo è che in questa Italia bigotta e razzista senza vergogna o pudore, noi italiani dalla pelle colorata siamo sempre figli degli altri.
Abdul è rimasto indefinitamente un quasi senza patria in tutti i principali tg nazionali: tutti i conduttori, gli scrittori, tutti avevano quell’imbarazzo nel definirlo. È così difficile dire Abdul cittadino italiano? Sembra di sì.
Capisco la foga di voler specificare il colore della pelle per sottolineare lo stampo razzista dell’aggressione, ma non si è trattato di quello.
È che risulta difficile per la classe politica, per la coscienza sociale, per i media e per la maggioranza dei cittadini italiani accettare che l’Italia cambi e si colori.
Agli italiani piace l’immobilismo, hanno troppa paura di ciò che cambia, di dover conoscere cose nuove.
A tutti coloro che hanno avuto il coraggio di pensare che però in fin dei conti forse Abdul aveva rubato dei biscotti, a tutti coloro che alla fine dei conti però questi immigrati, a tutta quella gente io allora dico che gli italiani non sono brava gente, al punto da ammazzare un proprio concittadino perché ha la pelle nera.
Infatti non sono gli italiani a essere brava gente, sono gli stranieri ad essere brava gente, a sopportare questo popolo piccolo, arrogante e ignorante, che ha sempre paura di guardarsi addosso, che ha sempre paura di ammettere di essere razzista. Mi scuso io per tutto il mio popolo.
Ma so che non basta e non riesco a contenere la vergogna di questa cittadinanza. Ma che importa, tanto la mia vale meno.
Io non ho gli stessi diritti degli altri. Io devo andare in giro a testa bassa. Io devo stare attenta a ciò che faccio. Io non dovrei andare a cercare lavoro. Io non dovrei avere comportamenti ambigui. Io non devo dimenticarmi a casa i documenti. Io non posso cercare una casa.
Abdul è morto, ucciso da un padre che in lui non ha visto un figlio, da un figlio che in lui non ha visto un fratello.
Abdul, l’italiano, è morto da straniero.

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“Quando quella che senti casa tua è piena di porte chiuse da miliardi di lucchetti
e tu non hai le chiavi, come si fa?
E’ sempre casa tua o dovresti a questo punto cambiare casa?
Let me stay home”
Rete G2

Manifestazione sabato 20 settembre

Manifestazione sabato 20 settembre
PER ABDUL! PERCHE’ NON SUCCEDA PIU’!
ore 14.30 Bastioni di Porta Venezia

Abdul è stato ucciso per niente o per futili motivi … come dice l’arido linguaggio della magistratura.
Chi ha preso la spranga non l’ha fatto per paura o per legittima difesa ha commesso un delitto a sfondo razzista, mosso da odio e rancore, considerandosi legittimato dal sentire intollerante, sciaguratamente diffuso.

Questa Milano non ci appartiene. Non ci appartengono la violenza e il razzismo che si manifestano sempre più apertamente , in un stillicidio di episodi quotidiani di intolleranza di cui sono vittime donne e uomini, quasi sempre inermi. La dilagante campagna razzista e la costruzione del nemico “altro” diventano funzionali a nascondere la questione politica della sicurezza sociale, della coesione e della giustizia sociale per tutti . L’altro e il diverso vengono additati quali cause del malessere sociale ed esistenziale. Il potere e lo sfruttamento si alimentano anche in questo modo.

Per questo, per ragioni etiche, culturali e politiche, gridiamo con forza che non ci appartiene l’ideologia sicuritaria, incentrata sulla repressione e sulla costruzione di alibi culturali che autorizzano le ronde e la violenza privata.

L’omicidio di Abdul è l’ultimo segnale di un’escalation xenofoba, che va arrestata:

La Milano democratica e antirazzista deve reagire. Milano deve reagire.

INVITIAMO TUTTI I CITTADINI sabato, 20 settembre 2008 alle ore 14.30, alla manifestazione che partirà dai Bastioni di Porta Venezia e si concluderà in Piazza Duomo.