Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

Titolo assolutamente impertinente (nel senso che non pertiene), lo ammetto è stato un modo subdolo per attirare l'attenzione, ma ho un bisogno disperato che voi leggiate questo messaggio.

Mi presento in sintesi: mi chiamo Maria, sono una studentessa laureanda in giornalismo (si lo so la laurea senza via d'uscita, ma che volete una volta imboccato un tunnel...) e ho lavorato a Intermundia presso lo stand Africa. Lì ho conosciuto G2 e ho deciso quale sarebbe stato il mio argomento di tesi! Non la scomparsa del topo ragno albino e claudicante della Papuasia (Come avevo pensato in un primo momento) ma le problematiche dei G2.

Ora, tutto quello che vi chiedo sono dieci minuti d'intervista, quando volete voi, dove volete voi (all'interno del confortevole G.R.A. possibilmente) o a Luglio (cioè questa settimana) o a settembre.

Chiunque risponderà positivamente a questo annuncio farà un'opera pia e aiuterà una pulzella in difficoltà.

Vi offrò un caffè?Un dolcino?Una birra? Ecco poi non ci allarghiamo che anche io sto un po' a secco.

Dai scherzi a parte, spero di non essere troppo invadente però mi piacerebbe davvero conoscervi di persona per questa tesi che altrimenti diventerà solo un'arida pila di fogli imbrattati di cifre e articoli di giornale.
Grazie comunque dello spazio
Maria

piccola provocazione: come rispondete all'articolo di oggi del Corriere secondo cui agli immigrati non interessa la cittadinanza italiana e nemmeno sono troppo d'accordo con la proposta Amato di abbassare i tempi di attesa a cinque anni?

che noi non siamo immigrati ma figli di immigrati e che, se arrivi a 18 anni e non prendi la cittadinanza ti aspettano tempi dure se hai il permesso di soggionro e solo un po' meno duri se hai la carta di soggiorno.

si lo so che siete figli d'immigrati, ma comunque a me è suonata una notizia se non strana per lo meno inusuale, dato che la cittadinanza riserva degli aspetti positivi anche agli immigrati e non solo ai loro figli, almeno così credo.
Come ho scritto era solo una piccola provocazione, in ogni modo mi sarebbe piaciuto capire i motivi che spingono una persona a vivere in un paese ma a non desiderare di farne parte, tutto qui.
Era anche un modo per suscitare una risposta al mio messaggio (quindi grazie Paula), forse sono stata un po' invadente e me ne dispiace, questo sito mi è stato consigliato da alcuni amici visto l'argomento della tesi e non avrei saputo a chi altri rivolgermi.

Testi sui G2.

Sinceramente io preferivo il topo albino claudicante della papuasia.

figurati Maria
le domande provocatorie ci piacciono. ci aiutano a tenerci vivi
a dire la verità alcuni dei genitori non chiedono la cittadinanza per svariati motivi:

- alcuni paesi di origine non prevedono la doppia cittadinanza e quindi non si vuole perdere quella di origine
- vogliono solo lavorare nel paese dove vivono (ma col tempo si accorgono che non sono solo braccia, ma anche teste, sentimenti, sogni, e che il tempo passa, loro stessi cambiano e i figli crescono)
- alcuni pensano che la cittadinanza sia un pezzo di carta: se mi serve lo prendo, finché non mi serve non mi lancio in questa pesantissima avventura visto che mi devo occupare di sopravvivere
- altri pensano che la cittadinanza voglia dire altro: dice chi sono io veramente e siccome non l'ho deciso del tutto fino in fondo mi tengo quello che ho

ecc., ecc.

Da parte mia io credo che un passaporto non indica quello che tu chiami "sentirsi parte" di un posto: quello è un sentimento identitario che cambia con il tempo, cambia rispetto alla persona con la quale interagisci, cmabia in virtù del genre, età, ecc.

Io credo però che oggi un passaporto sia una chiave per essere considerati dei pari. Nel nostro caso: degli eguali rispetto ai nostri coetanei figli di italiani. Non è qualcosa che si merita (come non l'ha meritato ad esempio mio marito che è nato a roma, dopotutto lui non h fatto nessun altro gesto che nascere e poi si sente prima romano e romanista e poi, chissà, italiano) ma qualcosa che stabilisce che sei né melgio nè peggio delle persone, amici, altri cuori con i quali sei cresciuto.

Alle prime generazioni la cittadinanza interessa poco....mia madre sogna ancora di tornare nel suo paesino sul vulcano taal nelle filippine....

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vogliamo la cittadinanza senza se e senza ma!

Le mie esperienze di emigrazione (quelle nella mia famiglia voglio dire) sono un po' diverse. Però mi rendo conto che l'Italia è un paese che prevede la doppia cittadinanza, per cui per un italiano all'estero (essenzialmente paesi occidentali) la scelta non era così vincolante, anzi non era una scelta dato che potevano tenerle entrambe.
In realtà l'Italia da questo punto di vista esagera nell'altro senso: per un discendente d'italiano è pressochè impossibile perdere la cittadinanza, anche un bisnipote se riesce a dimostrare l'italianità del bisnonno può accedere a una corsia preferenziale per riaverla, è assurdo a parer mio.
Ma è vero che un figlio d'immigrato a 16 anni deve andare in questura per depositare le impronte?
So che la Bossi Fini prevedeva il registro per tutti gli immigrati: anche minorenni? Mi è giunta questa voce, ma vorrei una conferma dai diretti interessati.

ps ahimsa... dici che era più interessante?Il mio professore insisteva che non c'entrava col corso in giornalismo...!!!!!!!

a me le impronte le hanno prese in italia nel 2003, ma nel mio paese di origine me le avevano già prese che ero piccolissima.
al nostro alphius le hanno prese, se non ricordo male, al compimento dei 18 anni. per gli altri nn ricordo l'età.
forse a quelli che si fanno il permesso si soggiorno autonomo a 14 anni ora prendono anche le impronte digitali. non so se la legge italiana in questo senso tutela i minori.

ma non ha senso!Voglio dire... se al diciottesimo anno uno può chiedere e ottenere la cittadinanza, perchè prendergli le impronte digitali prima?Pensavo fosse una balla...anche chi è nato in Italia le deve rilasciare?

alphius è nato in italia. mi pare che anche a ruth, nata in italia, avevano anche preso le impronte a 18 anni. il fatto è che pur avendo 18 anni non erano ancora cittadini italiani per lo Stato italiano visto che la cittadinanza è una concessione e non è automatica.

scusate il ritardo, ma diciamo che c'ho un fusoorario di un po di gg. a me hanno preso le impronte digitali a 17 anni, ma una cosa é certa me le hanno preso al primo rinnovo utile dopo che é passata la bossi-fini.
saluti a tutti da montreal.

Grande Alphius !!! a settembre ci devi raccontare come è andata (spero benissimo ) . Saluti a Montreal

Erieccomi!!!!OK sono pessima, prima m'intrufolo nel forum e poi fuggo ma ho una giustificazione, i miei mi hanno trascinato in Calabria dai parenti e lì (o almeno da quelle parti)internet ancora non è giunto, per controllare la posta avrei dovuto fare 30 km!
Vorrei approfondire questa cosa delle impronte, in effetti la mia tesi verte proprio su argomenti di discriminazione sulla cittadinanza e meno su versanti socio-psico qualcosa.
Quando posso vedervi dal vivo?So che vi vedete spesso in giro, magari mi unisco e mi spiegate un po' di queste cose di cui sono un po' all'oscuro.
Che ne dite?Potrei sempre trovarmele su internet, ma sono sempre scritte dal punto di vista di chi la legge l'ha fatta e raramente di chi la vive e non è una differenza da poco.
Tra l'altro sono dieci giorni che sto chiusa in casa.... FATEMI USCIRE VI PREGO!!!!!!
Aggiornatemi
ariciao
io