Seconde generazioni Cittadini come gli altri

di Lucia Ghebreghiorges

Il 18 novembre la Rete G2 sarà alla Camera per sollecitare una nuova legge che riconosce la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati già dalla minore età



Alessandra Samira Mangoud, nata e cresciuta a Roma, di origini filippine ed egiziane, è morta a soli 29 anni senza essere riuscita a ottenere la cittadinanza italiana. Alessandra Samira, membro attivo della Rete G2- Seconde generazioni, è rimasta cittadina straniera fino alla fine, in un Paese per lei non affatto straniero, l’unico in cui avesse mai vissuto. Non sapeva di dover richiedere la cittadinanza italiana tra i 18 e i 19 anni per chi nasce in Italia e vi risiede ininterrottamente, come previsto dalla legge. Per Samira quel documento era la sua unica vera carta d’identità ed era anche quell’amore non corrisposto che nel concreto le aveva portato via anche un lavoro presso un ente pubblico. Samira, infatti, nel 2006 non si vide rinnovare il contratto presso uno sportello del Comune di Roma con la motivazione che «non era cittadina italiana», nonostante lo avesse dichiarato sin dall’inizio. Samira è un’italiana dimenticata dal suo Paese.

Così come Queenia, di originibrasiliane e nigeriane, in Italia da quando aveva 5 anni, che presto si laureerà e dunque nonavrà più diritto a un permesso di soggiorno per motivi di studio. L’alternativa è trovare immediatamente un lavoro, impresa piuttosto ardua di questi tempi. Per facilitare l’esistenza di quegli 800mila figli d’immigrati presenti in Italia, è necessario un cambiamento tangibile. Al motto di “Cittadinanza ora!” il 18 novembre la Rete nazionale dei figli di immigrati, G2, si presenterà alla Camera dei deputati per sollecitare l’approvazione di un testo di legge che modifichi la normativa vigente per la concessione della cittadinanza italiana, determinata da una legge del 1992, la numero 91, dove la realtà di figli di immigrati cresciuti in Italia viene a malapena presa in considerazione. Ciò ha indotto la Rete G2 a chiedere ai parlamentari di presentare un testo di legge che includa le cosiddette seconde generazioni cresciute in Italia, siano esse nate in Italia o all’estero.

La legge del 1992 stabilisce che il diritto di cittadinanza spetta a chi è figlio di cittadino italiano in base al principio dello “jus sanguinis”, a prescindere dal luogo di nascita. I figli degli stranieri che nascono in Italia, invece, possono richiedere la cittadinanza alcompimento del 18esimo anno di età dimostrando di aver risieduto ininterrottamente nel Paese dalla nascita. Dopo la maggiore età questi ultimi, prima “abbracciati” dal permesso di soggiorno dei genitori, saranno trattati come tutti gli altri stranieri e dovranno cercare di ottenere un permesso di soggiorno. A breve presso la commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati saranno in discussione le proposte di modifica della legge 91 del 1992, tra queste anche la proposta bipartisan “Sarubbi-Granata”, con primi firmatari l’on. Andrea Sarubbi (Pd) e l’on Fabio Granata (Pdl), che si avvicina molto alle istanze da anni sollevate dalla Rete G2 e sollecita un testo che riconosca la cittadinanza italiana alle seconde generazioni già dalla minore età.