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 Oggetto del messaggio: Seconda gener. vince contro Bocconi
MessaggioInviato: 26 mar 2007, 15:56 
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Da Il manifesto del 24/03/2007, pag. 9
Gli studenti extracomunitari pagano automaticamente le tasse più alte.
La condanna del tribunale «La Bocconi discrimina gli stranieri»
Lo ha stabilito un’ordinanza del tribunale di Bologna. A ricorrere contro l’istituto privato una ragazza di origine cinese che aveva superato il test d’ingresso

L’università Bocconi di Milano discrimina gli studenti extracomunitari. Lo ha stabilito un’ordinanza del Tribunale di Bologna che si è occupato del caso di una ragazza cinese costretta a rinunciare ai suoi studi nella prestigiosa università privata perché inserita automaticamente nella quarta fascia di reddito, la più alta, proprio perché straniera. Questa è la regola alla Bocconi: chi ha la cittadinanza italiana o di un paese europeo, nei corsi di laurea triennali, paga le rette in base al reddito. Ma se lo studente è extracomunitario, qualunque sia il suo livello di reddito, scatta la fascia più alta. Ciò significa che bisogna sborsare ogni anno 8.683,58 euro. E per una famiglia con un reddito annuo di 20 mila euro come quella di Jing Jing Huang, brillante studentessa diplomatasi con il massimo dei voti in un Istituto commerciale di Bologna, era impossibile pagare una tassa così salata. Mail comportamento della Bocconi «appare in violazione delle norme antidscriminatorie», ha sentenziato il giudice Matilde Betti riferendosi sia al testo unico sull’immigrazione sia al decreto che attua la direttiva comunitaria sulla parità di trattamento. «L’origine nazionale degli studenti - prosegue il giudice - costituisce infatti l’unica ragione per cui all’università Bocconi gli europei sono preferiti, ottenendo tariffe di iscrizione più vantaggiose». Nell’ordinanza si fa riferimento anche all’articolo 3 della Costituzione («tutti i cittadini hanno pari dignità sociale...»), ricordando che la Corte costituzionale ha già bocciato nel 2005 la legge della regione Lombardia con la quale si escludevano gli stranieri dalle riduzioni per il costo dei mezzi pubblici. La vicenda di Jing Jing si è conclusa a suo favore a dicembre. Solo ora però la notizia ha iniziato a circolare. A perorare la causa l’avvocato genovese Roberto Faure, che da anni porta in tribunale istituti pubblici e privati che, in un modo o nell’altro, discriminano chi non ha la cittadinanza italiana. «La questione era abbastanza semplice - spiega Faure - la diversità di trattamento è basata esclusivamente sulla nazionalità, dunque palesemente discriminatoria. In questo caso la novità è che si tratta di un ente privato. Dunque, può scegliersi i suoi "clienti"? La conclusione del tribunale è chiarissima: no». Ma perché la Bocconi fa pagare rette tanto costose agli extracomunitari? Di fronte al giudice, l’istituto si è appellato alla sua autonomia finanziaria e alla sua libertà di insegnamento. Il tribunale ha però ribattuto che l’autonomia delle istituzioni di alta cultura è riconosciuta anche dalla Costituzione ma «nei limiti previsti dalle leggi dello Stato». Cassato anche l’argomento secondo cui, in fondo, non si tratta di discriminazione ma di un «diritto di tipo patrimoniale ». Della serie: se paghi, puoi frequentare i corsi anche se sei extracomunitario. L’ordinanza, però, parla chiaro: «L’università Bocconi può compromettere per alcuni di loro il godimento e l’esercizio delle libertà fondamentali in campo culturale in condizione di parità con i cittadini dell’Unione europea». L’università si sta attrezzando per modificare questo automatismo. Ma ci tengono a spiegare che «la politica della Bocconi è imperniata all’internazionalizzazione », e che non c’è alcuna volontà di discriminare gli extracomunitari. Piuttosto, spiegano, «tutte le grandi università del mondo » prevedono meccanismo diffferenziati per gli stranieri, «un modo per tutelare i cittadini italiani e comunitari, la cui autocertificazione dei redditi è più facilmente verificabile ». Una regola, insomma, pensata per lo studente che si sposta da un paese straniero per frequentare la Bocconi. Ma non è il caso di Jing Jing, e
di chissà quanti altri, i cui genitori vivono in Italia, e dichiarano i propri redditi esattamenti come gli altri cittadini. Insomma, i cervelloni della Bocconi non hanno ancora capito che il mondo, ormai, è qui.


INTERVISTA ALLA RAGAZZA

«Ho passato un periodo di depressione Pensavo: ti sei impegnata a vuoto»
Jing Jing Huang è arrivata in Italia quando aveva tredici anni. Si è diplomata con 110 e lode e poi ha deciso di iscriversi alla Bocconi. Oggi studia a Forlì: «Non so potrò tornare a Milano, dipende da quanti esami mi verranno riconosciuti»

Oggi ha 22 anni e frequenta il corso di Economia all’università di Forlì. Paga poco più di mille euro di tasse e studia con profitto: nove esami in un anno e mezzo con la media del 28.Nemancano due per essere in pari, ma va detto che nel frattempo ha frequentato anche un corso di formazione (gratuito) per «tecniche commerciali e di marketing nel mercato cinese». E’una scheggia Jing Jing Huang, arrivata in Italia quando aveva tredici anni per ricongiungersi con la sua famiglia che ha una piccola ditta tessile a Bologna. Frequentare l’università commerciale Luigi Bocconi di Milano per lei era un sogno, e che delusione quando le hanno presentato un conto di più di 8 mila euro.
Quando hai scelto la Bocconi?
Stavo preparando la maturità all’Istituto commerciale Rosa Luxemburg. Non è stato facile prendere quella decisione. Le tasse sono alte: con la mia fascia di reddito, la più bassa, avrei dovuto pagare comunque più di 3 mila euro l’anno. E poi c’era il test di ingresso. Appena dato l’esame di Stato, che è andato bene, mi sono diplomata con 100 e lode, ho iniziato a studiare come una pazza. E’ stata dura? Più che altro bisogna essere veloci.
Insomma, una passeggiata
No, è solo che avevo studiato.
I tuoi genitori sono stati subito d’accordo con la tua scelta?
All’inizio preferivano che dopo il diploma iniziassi subito a lavorare. Ma io ho spiegato che volevo andare all’università. Poi li ho convinti anche sulla Bocconi. Gli ho spiegato che si tratta di un’università famosa in tutto il mondo, e che se ti laurei lì è molto facile trovare lavoro.
E quando è uscita fuori la storia dell’iscrizione?
Ci sono rimasti male quanto me.
Ma non ti eri accorta di nulla?
Avevo visto questa clausola per gli studenti stranieri. Ma ero sicura si riferisse a chi arriva dall’estero per studiare alla Bocconi. Mi hanno sempre detto che chi si diploma in Italia è uguale agli italiani. Quale corso avevi scelto?
Economia aziendale. Per due settimane ho frequentato le lezioni, perché le tasse andavano versate dopo l’inizio dei corsi. Ero molto emozionata e mi era piaciuto tutto: ci sono strutture fantastiche, i professori sono molto bravi, gli studenti tranquilli, mi sembrava davvero il posto ideale dove studiare.
Poi la doccia fredda
E’ stato uno choc. Ci è voluto un po’ di tempo per uscire dalla depressione: non mi andava di fare niente, mi sembrava di essermi impegnata a vuoto. E’ brutto dopo tutti questi anni essere discriminata, dopo tutti gli sforzi che hai fatto per imparare la lingua, per studiare. Per fortuna c’erano le mie amiche, la nostra associazione «Crossing».
Hai subito pensato di fare ricorso?
No, per niente.
Avevi paura dimetterti conto un colosso come la Bocconi?
No, è che non avevo i soldi per pagare caso mai avessi perso. Poi ho conosciuto per caso l’avvocato Roberto Faure. Ha ascoltato la mia storia, e mi ha detto: «Facciamo causa, se perdiamo non paghi nulla». Così ho deciso di provare.
L’università ha fatto presente al giudice che ci sono delle borse di studio. Perché non ne hai usufruito?
Perché le borse di studio sono soltanto per chi dichiara meno di 17 mila euro. E il reddito annuo della mia famiglia è di 20 mila
Il giudice ha stabilito che l’università deve darti il diritto di frequentare i corsi e riconoscere gli esami che hai sostenuto presso l’università pubblica. Quando torni a Milano?
Veramente devo ancora decidere. L’ordinanza dice che devono riconoscere gli esami, ma secondo le procedure dell’università. Se riconosceranno solo pochi esami, rischio di perdere troppo tempo. E non me lo posso permettere.


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MessaggioInviato: 26 mar 2007, 15:59 
Extra terrona
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per la cronaca: l'avvocato Faurè è anche il legale della nostra samira.


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MessaggioInviato: 27 mar 2007, 05:39 
G2 con doppia cittadinanza

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paula ha scritto:
per la cronaca: l'avvocato Faurè è anche il legale della nostra samira.


AAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH :D

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Cinese fasullo


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MessaggioInviato: 27 mar 2007, 15:37 
G2 con psd convertito!!!
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Una domanda al veleno: come ha fatto a diplomarsi con 110 e lode??


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MessaggioInviato: 06 mag 2007, 16:04 
Clandestino

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ZanzaraTigre ha scritto:
Una domanda al veleno: come ha fatto a diplomarsi con 110 e lode??



leggi bene, quello che ha scritto il giornalista è errato, non esiste il 110 e lode per il diploma, ma se leggi la dichiarazione della ragazza, è giusta; 100 e lode; di persone diplomate col 100 e lode sono poche, di seconde generazioni ancora meno; di solito si diplomano in istituti privati, ma invece Jingjing si è diplomata in un istituto pubblico, e questo le fa onore. Non l'ho ancora conosciuta, ma conoscerla sarà sicuramente un onore; fa onore penso a tutti noi, una seconda generazione cosi geniale. Ma come tutti lo stesso il tempo troncherà, e la Bocconi è stato solo il primo passo di troncamento, di solito i geni al posto sbagliato vengono troncati molto spesso..... perdendo anche le loro qualità. :cry:

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MessaggioInviato: 06 mag 2007, 16:45 
Clandestino

Iscritto il: 28 lug 2006, 19:15
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Località: Manila
per esperienza personale so che in alcune Universita' statiunitensi ed australiane vi e' effetivamente un criterio diverso nel determinare le tasse universitarie degli studenti aventi nazionalita' diversa ... ma questo solo nel caso in cui lo straniero non avesse la residenza da un certo tot di tempo (penso siano 2 anni per l'Australia).

Non e' proprio difficile arrivarci ... purtroppo nel nostro belpaese non c'e' assolutamente nessun criterio che diversifica stranieri residenti e non nel determinare certi provvedimenti pubblici e/o privati...

figuriamoci!! non siamo ancora arrivati a colmare la "voragine normativa" che concerne le seconde generazioni dell'immigrazione, dovuta alla "generalizzazione vergognosa in ambito normativo" come se il percorso fatto da mio padre fosse uguale al mio.

alla fin fine sono abituato alle soluzioni "in extremis" del mio belpaese ... sanatorie! sanatorie! sanatorie!

poi perche' preoccuparci? intanto le seconde generazioni sono ancora dentro gli asili e in pochi casi nelle scuole elementari e nelle medie... bwahahahaha... perdonatemi ma non mi sono trattenuto
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padano-filippino


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MessaggioInviato: 07 mag 2007, 21:14 
Clandestino

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Località: cesena
Philitalo ha scritto:
per esperienza personale so che in alcune Universita' statiunitensi ed australiane vi e' effetivamente un criterio diverso nel determinare le tasse universitarie degli studenti aventi nazionalita' diversa ... ma questo solo nel caso in cui lo straniero non avesse la residenza da un certo tot di tempo (penso siano 2 anni per l'Australia).

Non e' proprio difficile arrivarci ... purtroppo nel nostro belpaese non c'e' assolutamente nessun criterio che diversifica stranieri residenti e non nel determinare certi provvedimenti pubblici e/o privati...

figuriamoci!! non siamo ancora arrivati a colmare la "voragine normativa" che concerne le seconde generazioni dell'immigrazione, dovuta alla "generalizzazione vergognosa in ambito normativo" come se il percorso fatto da mio padre fosse uguale al mio.

alla fin fine sono abituato alle soluzioni "in extremis" del mio belpaese ... sanatorie! sanatorie! sanatorie!

poi perche' preoccuparci? intanto le seconde generazioni sono ancora dentro gli asili e in pochi casi nelle scuole elementari e nelle medie... bwahahahaha... perdonatemi ma non mi sono trattenuto
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da quello che ho sentito.... non so se è una voce vera, c'è una direttiva del governo che chiede ai comuni una particolare attenzione alle seconde generazioni.......

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