Il potere dell’informazione, ovvero come convertire il tuo permesso di soggiorno per motivi di studio – parte teorica

Regione ToscanaDunque, il mio proposito è semplice: cercare di non far perdere ad altre seconde generazioni il tempo che ho perso io nel cercare le informazioni per la conversione del permesso di soggiorno per motivi di studio in permesso di soggiorno per lavoro subordinato.

Due parole sui prerequisiti: devi avere in tasca un diploma di laurea -laurea triennale- o una laurea specialistica, chi ha un master o un Ph. D. s’attacca al tubo, giustamente aggiungerei ;). Quindi chi ancora non l’ha conseguito se dia una mossa: il permesso di soggiorno per motivi di studio è veramente una palla al piede!

In poche parole vi spiego come funziona e poi vi rimando a un sito BELLISSIMO e PIENO di informazioni:

1)avere qualcuno disposto ad assumervi

2)fare domanda -modello V2- e sorbirsi tutta la procedura online dal sito del ministero dell’interno – qui il manuale …fatto più per i vari nulla osta che per il nostro motivo specifico-

3)aspettare che ti convochino -hanno dichiarato 40 giorni…mà –

4)presentare i documenti elencati nel sito che vi dirò più in là -tra cui il contratto di soggiorno modello Q-

In teoria dovrebbe filare tutto liscio, e appena faccio domanda vi terrò informati.

Elenco siti di interesse:

  • sito Ministero Solidarietà sociale -immaginate di andare in un ristorante rinomato di pesce, solo che il pesce non è proprio fresco, ecco qui le informazioni fornite sono come il pesce che abbiamo appena nominato!
  • sito Melting Pot, di cui mi sono perso il link…poco male erano informazioni obsolete anche quelle.
  • sito Prefettura di Padova – informazioni obsolete anche qui
  • sito della Regione Toscana – informazioni dettagliate e approfondite, nonché accurate. Grazie Regione Toscana!

Scusate per il disagio

Il sito e’ in fase di ristrutturazione, scusate per il disagio. Torneremo pienamente operativi probabilmente entro la giornata di lunedi’ 7 aprile.

Intanto godetevi il weekend…cosa che non fara’ il sottoscritto.

“Straniero a chi?” La rete G2 – Seconde Generazioni presenta il cd dei figli degli immigrati

Roma, 18 marzo 2008 – Nasty Brooker, Mike Samaniego, Karkadan, Amir, Wahid Efendi, Zanko El Arabe Blanco, Intiman and the dojobreakers, Diamante & Skuniz, Linea di Massa, Natural Disastro, Maztek e Taxi sono i protagonisti di “Straniero a chi? Tracce e parole dei figli dell’immigrazione” cd musicale promosso dalla rete G2 – “ Seconde Generazioni, in collaborazione con il ministero della Solidarietà sociale e realizzato dalla casa discografica Gridalo forte records. Il cd, che verrà presentato alla stampa venerdì 21 marzo alle ore 11.00 presso il Ministero della Solidarietà Sociale, è composto da 13 brani realizzati da gruppi musicali composti anche da figli di immigrati o da singoli artisti di origini straniere di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Si tratta di musicisti cresciuti in Italia e originari di Paesi come Filippine, Gabon, Eritrea, Brasile, Egitto, Capo Verde, Cina, Siria, Haiti.
“Questo cd – spiega Mohamed Tailmoun, portavoce della rete G2 – Seconde generazioni “ sarà legato ad una serie di iniziative sul territorio volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà di accesso alla cittadinanza italiana dei figli degli immigrati nati qui o nei Paesi di origine, ma tutti cresciuti in Italia”.

Tremila le copie previste del cd, nel quale si spazia da brani hip hop come quello di apertura di “Straniero a chi?”, “In ostaggio” di Nasty Brooker alias Carlo Magoni, e “Prospettive” di Mike Samaniego, passando per sonorità reggae, punk od elettroniche, fino ad un classico della musica italiana “Con il nastro Rosa” di Lucio Battisti, rivisitato in chiave soul da Wahid Efendi.

Alla conferenza stampa di presentazione parteciperanno:

Paolo Ferrero – Ministro della Solidarietà Sociale

Cristina De Luca – Sottosegretario al ministero della Solidarietà sociale

Mohamed Tailmoun – portavoce della rete G2 – Seconde Generazioni

Artisti del cd “Straniero a chi?”

Gap e simili

LettoStamane mi sono svegliato e mi sono vestito. E fin qui niente di anormale, mica è mia abitudine andarmene in giro nudo. Mi sono vestito con gli abiti che avevo, la sera prima, messo sul letto, proprio sopra le coperte (con qualunque cosa mi copro per dormire, la chiamo comunque coperta). E lì ho avuto un momento di riflessione: ma voi (italiani con e senza cittadinanza) dove li mettete i vestiti che indossate il giorno prima di andare a dormire? Io li ho messi sempre o sulla sedia e nel caso di una sua mancanza, sul letto, col rischio sempre che me li ritrovi per terra la mattina dopo.

Cambiando argomento vi parlo di comportamento, senza volerlo ho fatto rima…

Premesso che i miei compagni di università sono persone squisite, ho avuto modo di constatare un loro strano comportamento che mi ha dato un leggero fastidio. Mi è capitato la prima volta mesi fa. Situazione: 3 persone tra cui io e due miei compagni di corso; uno lo conosco bene, l’altro un po’ di meno. Comincio a parlare con quello che conosco meno, quello che conosco di più all’inizio non parla. Poi improvvisamente, quello che conosco di meno comincia a parlare con quell’altro, comportandosi come se io fossi invisibile. Mi sono dato varie spiegazioni: 1) quello che conosco meno si è impressionato così tanto che non riesce a concepire che un cinesaccio de roma parli fluentemente italiano. 2) divento trasparente nel durante. 3) le mie opinioni contano poco. 4) chi li capisce sti padovani!

Alessandra Samira, una di noi

Davide contro Golia. Giovedì 31 gennaio una carissima ragazza, una compagna di percorso, dovrà affidare ad altri la decisione su un episodio molto importante per sé, per la sua famiglia e amici, importante anche per gli altri "italiani con il permesso di soggiorno". Alessandra Samira Mangoud è una che ha scelto di non nascondersi e di non abbandonare la sua vita ai soliti "ma tanto perché insistere? Meglio che lascio perdere anche se è un’ingiustizia, anche se condizionerà tutta la mia vita". Sam, come la chiamano alcuni di noi, è una lottatrice costante che non demorde. E la sua battaglia è diventata anche una delle battaglie della rete G2, perché quello che è successo a lei potrebbe accadere ad altre seconde generazioni. Samira è una figlia di immigrati nata in Italia, è una che ha studiato, si è laureata e che lavorava con passione in un Comune italiano, in uno sportello sull’handicap, finché non le hanno sbattuto in faccia un muro: "tu, fuori! Non puoi più stare qui, i tuoi colleghi invece sì. Non è che sei inferiore, ma quasi!"

Sono i casi come quello di Samira che ricominciano a trapanarmi il cervello nel momento buio in cui le speranze sono messe a dura prova. Non è giusto! NON E’ Giusto! NON E’ GIUSTO!!! Ora che vediamo allontanarsi le possibilità della riforma della legge sulla cittadinanza, ora che è caduto un governo che sembrava meno sordo, noi figli di immigrati ci sentiamo più amareggiati che mai. Quanto dovremo aspettare ancora per essere solo e semplicemente considerati degli eguali? Per non finire umiliati fin da piccoli come nel caso dei bambini di Palermo? O perché conti di più una vita di affetti, di insegnamenti, di ricordi di infanzia, piuttosto che il nostro reddito, quando decidono se fai o meno parte del Paese dove sei cresciuto?

Giovedì 31 gennaio si terrà a Roma la prima udienza della causa per discriminazione sul lavoro aperta da Alessandra Samira e lei non dovrà essere da sola. Per noi seconde generazioni la vita si sarà fatta più dura ma così come la nostra amica e compagna di percorso ha scoperto da tempo sappiamo che non possiamo permetterci la rassegnazione, perché "non siamo né meglio né peggio d’altri" e vogliamo solo giustizia. Ne va del nostro presente e futuro e di quello dell’Italia. Perché se l’Italia è una società più¹ giusta ne siamo tutti più orgogliosi. Un Paese sul quale dobbiamo continuare a lavorare tutti i giorni, insieme, perché la battaglia della rete G2 è nata sulle difficoltà concrete di ciascuno di noi. Così come Samira non ci fermeremo e costruiremo alberi saldi di cui essere sempre orgogliosi/e.

Per saperne di più sul caso di Alessandra Samira e/o commentare vai sull’ Osservatorio G2.

Sciagura di una seconda generazione

bambino_cineseMi ha fatto impressione la notizia del bambino, morto schiacciato forse, a Sesto. Mi ha fatto impressione perché mi ha ricordato me stesso, quando per me era normale abitare in 12, 3 famiglie, in un appartamento di 60 mq. Poteva avere un futuro quel bambino, eppure la vita è stata crudele. Morire così, non è proprio possibile. Ve lo immaginate ragazzi che quello là poteva avere un bel potenziale? Solo quando si assaggiano le amarezze della vita già a una così tenera età , si può riuscire a diventare qualcuno, chi ti ferma più quando già da bambino eri costretto a mandare giù bocconi sull’orlo dell’impossibile. E allora celebriamo il funerale di un futuro personaggio portato via dalla Befana e mandiamogli una preghiera.

Auguri di buone feste e di un felice 2008

fireworks.jpgLa rete G2 – Seconde Generazioni, augura a tutti di trascorrere serenamente le prossime feste e che il nuovo anno sia fonte di gioie e di grandi cambiamenti per i figli d’immigrati.

Nuovi italiani o New Italy?

VecchiettaIeri riflettevo sulla sensazione di disagio che mi provoca il termine "nuovi italiani". Per certi versi non è male: meglio di "extracomunitaria", "invasori extraterrestri", "stranieri forzati", o di "quelli che", "tornatene al Paese tuo". Ogni tanto ci penso un po’ su, al termine "nuovi italiani", quando si parla di figli di immigrati. Ed è come quando ti dà fastidio un dente: stai là e prendi tempo, traccheggi, non sei sicuro che sia proprio il dente, forse è la gola, anche perché non vuoi finire un’altra volta da quel sadico del tuo dentista.

    Perché usare "nuovi italiani" per i figli degli immigrati? Così dai l’impressione che sei appena arrivato in Italia, come se dovessi metterti in fila per ultimo. A parte il fatto che la metafora della fila è molto ambigua così come quella del Paese come "una casa dove io sono il proprietario, questa è casa mia e qui comando io" (e ti viene da pensare: "ma casa tua è quella dove paghi l’affitto o che hai comprato ed ha un tot. di metri quadri oppure comprende tutto il mondo?". Bè mettendo appunto da parte la storia delle metafore dubbie che poi rivedremo magari un’altra volta, questa storia del "nuovi italiani" fa pensare.

Un ragazzone di 30 anni, nato a Varese e là cresciuto tutta la vita ("che noia, sì" dirà qualcuno), lo puoi chiamare un "nuovo italiano"? Ci sono figli di immigrati ormai trentenni (ahimè) o quarantenni che di nuove hanno (forse) solo le scarpe, la crema per il viso, un motorino (magari).

    Mi chiedo se non sarebbe quindi meglio usare l’aggettivo della "novità" per il Paese, per l’Italia. Una nuova stagione che riguarda tutti/e qui, una stagione che poi cederà il passo a qualcosa di altro, come la primavera cede il passo all’estate (mammuzza che poesia!) . L’Italia di tutti, belli e brutti, indipendentemente dalle origini.

Sennò sembrerà sempre che è solo ieri che tutta "sta storia è cominciata per alcuni e invece ci portiamo dietro sai quanti anni di vita vissuti tutti/e tra ragione e sentimento sulle spalle.

Il Presidente Napolitano accoglie l’appello della rete G2

"La legge sulla cittadinanza è troppo restrittiva, bisogna aprire canali nuovi di accesso alla cittadinanza italiana per tanti ragazzi e tanti giovani, figli di immigrati"

Roma, 20 Novembre 07 – La rete di figli di immigrati "G2 Seconde Generazioni" ha consegnato oggi nelle mani del presidente Giorgio Napolitano una lettera per la riforma della legge sulla cittadinanza (legge 91 del 1992), in occasione della celebrazione della Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. A parlare al presidente e a consegnare l’appello per la riforma della legge è stato il diciassettenne Ian Kiggundu, studente del liceo scientifico Newton di Roma, che guidava la delegazione della rete di figli di immigrati. La delegazione, composta da bambini e adolescenti è stata ricevuta al Quirinale alla presenza dei ministri Rosy Bindi, Politiche per la famiglia, e Paolo Ferrero, Solidarietà Sociale, e di Anna Maria Serafini, presidente della Commissione bicamerale per l’infanzia. Durante la cerimonia hanno parlato anche bambini e ragazzi, accompagnati dal Gruppo partecipazione del Coordinamento Pidida (Per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che raccoglie oltre 40 Ong italiane). "Crediamo che è anche a noi che lei si rivolge quando parla a tutta la popolazione – continua l’appello di G2 -. Per questo le chiediamo di fare in modo che tutti i figli d’Italia abbiano le stesse opportunità di partenza e possano avere le stesse aspirazioni e non restino degli Italiani con il permesso di soggiorno. Le chiediamo quindi di sollecitare il percorso della legge sull’accesso alla cittadinanza italiana che noi speriamo possa finalmente riconoscerci tutti dei pari rispetto ai nostri coetanei, figli di italiani, amici, compagni di scuola, vicini di casa, con i quali, spalla a spalla, stiamo già diventando adulti".

La rete G2 si riferisce alla riforma della legge sulla cittadinanza (legge 91 del 1992) ancora ferma in Commissione Affari costituzionali della Camera il cui percorso dovrebbe riprendere nel gennaio 2008. Una parte della proposta di modifica riguarda proprio i figli di immigrati nati in Italia e anche quelli nati nei Paesi di origine ma cresciuti in Italia in seguito a ricongiungimento familiare. La Rete G2 era stata ascoltata nei primi mesi del 2007 in una audizione presso la Prima Commissione proprio per sostenere una legge più aperta nei confronti dei figli dell’immigrazione, anche degli ormai maggiorenni.

Alle parole e all’appello della rete G2 si è dimostrato sensibile Napolitano che ha concluso la cerimonia dichiarando: "la legge sulla cittadinanza è troppo restrittiva, bisogna aprire canali nuovi di accesso alla cittadinanza italiana per tanti ragazzi e tanti giovani, figli di immigrati".

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